Biografia di Elton Mayo
Elton Mayo nasce nel 1880 ad Adelaide, in Australia. Inizia gli studi presso la Facoltà di Medicina, ma poco dopo li interrompe, per poi riprenderli e concluderli alla facoltà di Filosofia e Psicologia. Proprio presso questa università ottenne la sua prima cattedra in filosofia. Successivamente, nel 1922, si trasferisce negli Stati Uniti e intraprende la carriera di ricercatore associato presso l’università di Wharton School della Pennsylvania.
È qui che inizia ad interessarsi ai problemi legati alla monotonia industriale, in particolare, studia le cause degli elevati turn-over in una fabbrica tessile. Venne così chiamato ad Harvard dove partecipa alle attività dell’Harvard Fatigue Laboratory, divenendo anche professore associato della Harvard Business School of Administration.
Elton Mayo, dopo una vita spesa tra insegnamento ed esperimenti di ricerca, si ritira a vita privata in Inghilterra nel 1947, dove morì successivamente, nel 1949, a Polesden Lacey.
L’attività e il pensiero di Elton Mayo
Elton Mayo svolge il suo primo esperimento, tra il 1924 e il 1927, presso gli stabilimenti Hawthorne di Chicago, analizzando il grado di connessione esistente tra l’illuminazione del luogo di lavoro e il rendimento degli operai stessi. La sua ipotesi di partenza sta nel fatto che modificando le condizioni dell’illuminazione sul posto di lavoro, i dipendenti rispondevano in maniera favorevole producendo di più.
Divide i lavoratori in due gruppi: il gruppo sperimentale, interessato da un’illuminazione crescente giorno per giorno e il gruppo di controllo, dove l’illuminazione rimane costante. Secondo l’ipotesi formulata da Mayo, l’incremento della produttività doveva solo interessare il primo gruppo. Invece si giunge a risultati inaspettati.
Infatti, la produzione aumenta in entrambi i gruppi e quindi, indipendentemente dal grado di illuminazione. Mayo così individua una variabile più significativa del tasso di illuminazione, dovuta ad un fattore motivazionale secondario, ovvero il fattore umano, complesso di fattori psicologici latenti che condiziona il comportamento manifesto dei soggetti, cioè il sentirsi coinvolti nella sperimentazione da parte dei lavoratori.
Tale fenomeno prende il nome di “Effetto Hawthorne”: i lavoratori, consci di essere soggetti ad osservazione, mettevano in atto un comportamento che migliorava le loro prestazioni e di conseguenza un aumento della produttività. Quindi presumibilmente le trasformazioni positive rilevate non sarebbero derivate dagli effettivi miglioramenti delle condizioni lavorative, bensì dagli esperimenti stessi.
Mayo inverte così alcune logiche del Taylorismo. Infatti, a differenza di Taylor, Mayo pose attenzione non solo sulla retribuzione, ma sull’intero contesto lavorativo, nonostante si percepisca l’importanza di perseguire l’obiettivo della massima produttività, si comprende anche la necessità di orientarsi al raggiungimento di questo scopo attraverso mezzi diversi rispetto a quelli proposti dal taylorismo. La lezione più importante di Mayo è quella nella quale egli ha dimostrato che la base della soddisfazione nel lavoro è di natura non economica e di averla collegata più all’interesse per la performance del lavoratore.
A partire dagli esperimenti di Elton Mayo si cominciò a considerare la natura sociale e relazionale dell’individuo, l’osservazione della rilevanza delle motivazioni e del bisogno di sicurezza insito in ognuno per trasformare l’azienda da apparato esclusivamente tecnico in un sotto-sistema sociale più flessibile ed equilibrato.
Risultati delle ricerche di Elton Mayo
Le ricerche e il pensiero di condussero allo sviluppo della moderna psicosociologia industriale e all’introduzione di metodi psicologici nell’industria. Mayo dimostra infatti come la prestazione lavorativa sia connessa allo stato sociale dell’individuo; il lavoratore sarebbe motivato, più che da bisogni di tipo economico, come pensava invece Taylor, da bisogni di ordine sociale.
Per tutti queste considerazioni Mayo è stato identificato come fondatore dello Human Relations Movement, approccio di ricerca e intervento della psicosociologia del lavoro che tende a privilegiare lo studio dei “fattori umani” nei lavoratori. L’uomo è motivato da bisogni di natura sociale ed ottiene dal rapporto con gli altri il suo senso di identità personale.
Mayo integrò il concetto di “Human factor” al concetto di produzione: esso è immerso in un contesto sociale da cui dipende ed è influenzato; è tuttavia fondamentale la consapevolezza della bidirezionalità di questo rapporto, potendo esso orientarsi in senso favorevole o sfavorevole.
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