
Harold Garfinkel nasce a Newark, in New Jersey, nel 1917.
Inizia il suo percorso di studio, abbracciando l’economia aziendale e la contabilità, sotto la spinta del padre, successivamente ottiene un master all’Università della Carolina del Nord, dove ebbe la sua prima formazione sociologica. In questo periodo inizia a scrivere uno dei suoi racconti brevi, “Color Trouble”, incluso oggi nell’antologia “The Best Short Stories” del 1941.
Harold Garfinkel – Pensiero – L’incontro con Parsons
Finita la Seconda guerra mondiale, dove presta servizio di leva, divenne studente di Talcott Parsons a Harvard. È qui che Garfinkel si avvicina realmente alla sociologia.
Essendo stato suo allievo, Garfinkel risente molto delle teorizzazioni di Parsons. In particolare quest’ultimo negli anni Trenta, provò a unificare le varie correnti della sociologia in un’unica teoria. In “La struttura dell’azienda sociale”, opera del 1937, Parsons integrava le teorie di Max Weber e di Durkheim, nel tentativo di fornire una metodologia universale alla sociologia. Questo approccio riscosse particolare successo dopo la Seconda guerra mondiale.
Garfinkel prese spunto dall’analisi di Parsons dei metodi di indagine adottati nello studio dell’ordine stesso. Come Parsons, Garfinkel faceva riferimento ad un approccio “bottom-up”, cioè ad un approccio che procede dal basso verso l’alto, per analizzare i pilastri su cui si fonda l’ordine sociale, ma riteneva la teorizzazione parsonsiana incompleta. Le differenze con la posizione di Parsons sono riassunte all’inizio della sua dissertazione dove afferma che, mentre si cercava di sviluppare il pensiero di Weber tentando una sintesi tra i fatti della struttura sociale e i fatti della personalità, il suo tentativo sarebbe stato, invece, quello di sviluppare un sistema sociale generalizzato costruito solamente dall’analisi delle strutture dell’esperienza.
Per fare ciò, Garfinkel cercò una rete teorica che portasse direttamente alle procedure con cui i soggetti analizzano le loro circostanze pratiche, progettano e producono i propri corsi di azione; rete teorica che trovò negli scritti fenomenologici di Alfred Schutz, autori predominante nelle sue riflessioni. Egli li trasformò in uno schema di lavoro per produrre indagini sperimentali del fenomeno sociologico dell’ordine sociale, da cui si sarebbe sviluppato successivamente il programma di una nuova disciplina.
In altre parole, per comprendere come si raggiunge l’ordine sociale, è necessario guardare alle microinterazioni e ai microscambi piuttosto che alle istituzioni e alla strutture sociali. Ma Garfinkel non si fermo solo a questo, sviluppò un’ulteriore proposta che si affiancava all’approccio sociologico convenzionale, che prese il nome di etnometodologia. Le regole alla radice dell’ordine sociale si costituiscono a partire dal comportamento delle persone in risposta a situazioni diverse, ed è proprio l’osservazione delle interazioni quotidiane che ci consente di comprendere i meccanismi dell’ordine sociale.
I “breaching experiments”
Garfinkel propone una delle categorie di metodi sperimentali, cioè i “breaching experiments” che miravano a svelare le norme sociali con le quali gli individui costruiscono un senso condiviso della realtà. Egli stesso, in via procedurale, si interrogava su cosa si potesse fare per turbare la quiete familiare al fine di analizzarlo. Fu lui, nel tentativo di scardinare tali norme, che propose ai propri studenti un esperimento: chiese loro di rivolgersi ai propri genitori come “signor X” e “signora X” e di comportarsi come se fossero dei semplici inquilini.
Gli esiti dell’esperimento si possono riassumere in un’esasperazione e rabbia, poiché venivano minacciati i fondamenti dell’ordine sociale.
Secondo Garfinkel, ogni situazione sociale può essere studiata come autoorganizzantesi rispetto al carattere intellegibile delle sue proprie manifestazioni considerate sia come rappresentazioni che come prove di un ordine sociale. Garfinkel, in particolare, parlava di scene familiari come la semplice attesa in fila, quest’ultima non è altro che un’organizzazione prodotta dai membri stessi e frutto di una negoziazione collettiva che si basa sulle tacite regole dell’interazione sociale in uno spazio pubblico. Questo approccio fu illustrato da Garfinkel in “Studies in Ethnomethodology”, del 1967.
Etnometodologi e sociologia
Successivamente, il rapporto tra etnometodologi e sociologi ha assunto toni abbastanza aspri fino agli anni ottanta, mentre negli ultimi scritti, successivi alla pensione dello stesso Garfinker, la polemica si è un po’ smorzata, poiché egli stesso si è sforzato di chiarire la posizione dell’etnometodologia all’interno delle scienze sociali e di delineare le differenze tra gli obiettivi delle indagini etnometodologiche e quelli del resto della sociologia. Quindi, sebbene le sue idee incontrassero il rifiuto della scuola di pensiero dominante, alla fine del XX secolo iniziarono a guadagnare consenso, forse non come una proposta alternativa alla metodologia sociologica, ma come ulteriore prospettiva per l’analisi dell’ordine sociale.
- Claude Levi Strauss | Antropologo Francese - 4 Marzo 2018
- Albert Meister – Sociologo svizzero - 21 Gennaio 2018
- Herbert Blumer | Sociologo USA - 18 Ottobre 2017