Immanuel Kant (Königsberg 1724 – 1804) è un filosofo tedesco, uno dei massimi esponenti dell’Illuminismo. Fu uno studioso e professore universitario, conosciuto per il suo rigore e la vita semplice.
La sua opera si divide in due fasi: il periodo precritico fino al 1770 durante il quale si interessa maggiormente alla scienza e alla natura, e comincia a delineare la sua critica alla metafisica.
Il periodo critico, dal 1771 al 1790, comprende le sue opere più importanti e influenti e le teorie sulla critica della ragione.
Il criticismo di Immanuel Kant
Kant pensa che tutto debba essere sottoposto alla critica della ragione. Egli nega la metafisica tradizionale perché l’uomo non può usare la ragione per conoscere idee che vadano oltre la sua esperienza. La conoscenza e la verità si raggiungono con lo studio delle cose terrene, esattamente come Copernico ha studiato la Terra. Copernico scoprì che la Terra gira attorno al Sole, così parliamo di rivoluzione copernicana di Kant per intendere un ribaltamento del punto di vista finora applicato dai filosofi.
Kant pensa che la filosofia possa dare risposta a tre domande fondamentali:
Che cosa posso sapere?
Che cosa devo fare?
Che cosa ho diritto di sperare?
Solo la ragione è in grado di giudicare, e deve giudicare anche se stessa per stabilire la sua capacità conoscitiva ai limiti dell’esperienza. Kant identifica tre tipi di giudizi:
I giudizi analitici a priori che sono universali e già conosciuti, non aggiungono nulla alla conoscenza; i giudizi sintetici a priori, sono anch’essi universali, ma aggiungono nuovi elementi alla conoscenza; i giudizi sintetici a posteriori, aggiungono elementi alla conoscenza, ma essendo legati all’esperienza non sono universali.
Il giudizio si estende ai sentimenti, ma in questo caso Kant parla di giudizi riflettenti, perchè sono dati a priori e riflettono l’interpretazione umana. Tra i giudizi riflettenti egli identifica i giudizi estetici che sono intuitivi e universali rispetto al bello. Per Kant il bello è universalmente e disinteressatamente riconosciuto, non ha necessariamente uno scopo, è pura contemplazione. I giudizi teleologici sono invece legati ai sentimenti ma presuppongono l’uso della ragione.
Il noumeno e la metafisica
Alla base del concetto kantiano sulla metafisica troviamo la sua concezione di noumeno. Per Platone il noumeno è l’intangibile, ma si può raggiungere tramite il ragionamento, per Kant invece, la ragione non può raggiungere il noumeno.
Per Kant il noumeno è ciò che la mente umana riesce a rappresentare con il pensiero, mentre la “cosa in sè” è invece la realtà, la metafisica identifica il noumeno con la cosa in sè, ma la cosa in sè va oltre l’esperienza e la conoscenza. Kant ammette la metafisica solo quando questa riconosce che la cosa in sè non può essere esperienza.
Il fenomeno è un evento o fatto che possiamo osservare, è quindi il mondo percepito che non può coincidere con il mondo reale. Il fenomeno perciò può rappresentare la cosa in sè con la sintesi di materia più forma che riguarda la sua apparenza.
Le Opere di Immanuel Kant
Tra le opere più importanti di Kant:
Dissertatio, parla del mondo sensibile e del mondo intelligibile.
Critica della ragion pura, Kant esplora il legame tra la metafisica e la scienza, la ragione pura è precedente all’esperienza
Critica della ragion pratica, la ragione pratica in contrapposizione alla ragione teoretica, parla dell’etica e dell’imperativo categorico.
Critica del giudizio, espone l’analisi del sentimento, dei giudizi sentimentali e del sublime.
La religione nei limiti della semplice ragione, dove esplora il rapporto tra la religione e la morale.
La metafisica dei costumi, opera suddivisa in due parti: la dottrina del diritto e la dottrina della virtù.
La fine di tutte le cose, è un saggio che parla dell’Apocalisse e del giudizio universale.
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