
Esponente di spicco della Sinistra Hegeliana, Ludwig Feuerbach si vide troncare la carriera universitaria per via degli scritti di gioventù sui temi della religione, in contrapposizione, in un’espressione di sintesi, “con le idee del regime vigente”.
Sostenne che Dio non fosse altro che una proiezione fantasiosa dell’uomo poiché in verità non è Dio (l’astratto) ad aver creato l’uomo (il concreto), bensì è quest’ultimo (il concreto) ad aver esercitato le sue priorità nel concepimento dell’entità divina sopraccitata (l’astratto). Dio è una proiezione mistificatoria di qualità e potenzialità umane, in particolare di tutte quelle discriminanti caratterizzanti la specie umana, fra i quali spiccano il cuore, la ragione e la volontà. Il divino non si risolve nell’ultraterreno, esso è nient’altro che l’umanità in generale.
Differentemente dagli esseri animali, l’uomo ha coscienza di sé non solo come individuo ma principalmente come specie, già per il fatto stesso che, nella realtà circostante in cui è immesso, avverta se stesso come infinito e onnipotente. Per Ludwig Feuerbach, l’uomo si serve da tempi immemori della religione sottomettendosi di propria iniziativa ad una potenza divina superiore allorché gli consenta, metaforicamente discorrendo, “di mettersi al riparo dalle intemperie”. L’uomo crea la figura di Dio affinché quest’ultimo lo protegga e lo rassicuri lungo tutto il percorso esistenziale.
Nel pensiero di Ludwig Feuerbach converge l’opposizione dicotomica potere/volere: un’opposizione che porta l’uomo a costruirsi una divinità in cui tutti i suoi desideri appaiano esauditi. Dio dunque è la personificazione immaginifica delle possibilità della specie umana e la religione risulta essere quindi il frutto di un’oggettivazione alienata e alienante.
Quanto più è esemplare il Dio che l’uomo crea, tanto maggiore è la sua alienazione. La religione più alienante, secondo Ludwig Feuerbach, è quella dei cristiani, i quali hanno desideri senza limiti e credono in un Dio onnipotente; rinunciano a realizzare i loro desideri ed aspirano ad una vita ultraterrena. Dunque l’ateismo si configura non solo come un atto precipuo di onestà filosofica ma anche come un vero e proprio dovere morale.
La critica ad Hegel di Ludwig Feuerbach
E si giunge quindi al rovesciamento dei rapporti di predicazione (la critica ad Hegel) dove Dio dunque non è più il “soggetto che crea” e le categorie “sapienza, volontà e amore” il “predicato” ma si verifica l’esatto opposto di ciò, ovverosia: “sapienza, volontà e amore” in quanto soggetti sono “divini” (predicato).
Quella di Ludwig Feuerbach è una filosofia dell’avvenire che ha il compito imprescindibile di riporre l’infinito (Dio) nel finito (Uomo) e non più il contrario. Già dal fatto stesso di aver categoricamente rifiutato di considerare l’uomo una spiritualità astratta, Feuerbach afferma che gli uomini sono fatti di ossa, carne e sangue, giacché vivono, soffrono e gioiscono.
E da qui la teoria degli alimenti di Ludwig Feuerbach secondo cui: “L’alimento umano è il fondamento della cultura e del sentimento. Se volete far migliorare il popolo, in luogo di declamazioni contro il peccato, dategli un’alimentazione migliore. L’uomo è ciò che mangia”. Perciò se vogliamo migliorare le condizioni spirituali di vita di un popolo cominciamo a migliorarne quelle materiali di vita.
- Thorstein Veblen | Sociologo USA - 13 Gennaio 2017
- Ulrich Beck | Sociologo Tedesco - 29 Ottobre 2016
- La scuola di Francoforte – Critica al sistema - 4 Settembre 2016