Pierre Bourdieu – VITA E OPERE
Pierre Bourdieu nasce a Denguin il 1 agosto 1930.
Dopo aver studiato al liceo di Pau e al liceo Louis-le-Grand di Parigi, entra nel 1951 all’École Normale Supérieure della stessa città. Tra il 1955 e il 1958 svolge in Algeria il servizio militare per poi tornare in Francia nel 1960 come assistente alla Sorbona.
Nel 1961 diviene professore incaricato all’università di Lilla. Nel 1964 viene poi nominato direttore di studi all’Ecole pratique des hautes études (VI sezione) e nel 1981 è chiamato alla cattedra di sociologia del Collège de France. Dirige negli stessi anni anche il Centro di Sociologia Europea e le riviste Actes de la recherche en sciences sociales e Liber.
Nel 1989 diventa dottore honoris causa della Freie Universität di Berlino, oltre che membro dell’Accademia Europea e dell’American Academy of Arts and Sciences; gli viene conferita poi una medaglia d’oro del CNRS nel 1993 e un ulteriore dottorato honoris causa dall’università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte nel 1996.
Muore a Parigi il 23 gennaio 2002.
Le principali opere di Pierre Bourdieu tradotte in italiano sono:
- La distinzione. Critica sociale del gusto, Il Mulino, 1983
- Il corpo tra natura e cultura, Franco Angeli, 1988
- Ragioni pratiche, Il Mulino, 1995
- Sulla televisione, Feltrinelli, 1997
- Il dominio maschile, Feltrinelli, 1999, 2ª ed.
- Campo del potere e campo intellettuale, Manifestolibri, 2002
- Il mestiere di scienziato. Corso al Collège de France 2000-2001, Feltrinelli, 2003
- Il senso pratico, Armando, 2003
- Le strutture sociali dell’economia, Asterios, 2004
- Sul concetto di campo in sociologia, Armando, 2010
- Cose dette. Verso una sociologia riflessiva, Orthotes Editrice, Napoli-Salerno 2013
- Homo Academicus, Edizioni Dedalo, 2013
- La miseria del mondo, Mimesis Edizioni, 2015
La Sociologia di Pierre Bourdieu
Sociologo con una formazione intellettuale fuori dal comune, Bourdieu ha prodotto un insieme di studi e ricerche che conferiscono alla sua opera la capacità di coniugare l’eredità della teoria sociale classica con l’analisi della società contemporanea. L’intento di Bourdieu, nonostante l’eterogeneità dei temi affrontati all’interno delle sue analisi, è quello di elaborare una scienza della pratica umana attraverso la quale ricondurre una rigorosa analisi del dominio.
Aspetti fondamentali del suo pensiero
Come evidenziato da alcuni autori, è possibile individuare nel progetto scientifico di Pierre Bourdieu tre aspetti fondamentali:
1) l’antidualismo, volto a dissolvere l’opposizione tra micro e macro-sociologia e dunque tra soggettivismo e oggettivismo;
2) il superamento delle tradizionali divisioni sociologiche di natura teorica e metodologica;
3) la visione conflittuale della società.
La chiave di volta per affrontare il primo punto – e dunque per superare le difficoltà teoriche prodotte dal considerare soggettività e oggettività come due poli opposti – va cercata in un approccio definito dallo stesso Bourdieu col termine relazionale, ovvero un nuovo tipo di sguardo sociologico che, invece di considerare le proprietà degli attori sociali come forze indipendenti, si concentri sulle relazioni che gli individui hanno proprio con esse. L’adozione di questo tipo di approccio conduce l’Autore a riconfigurare radicalmente l’oggetto d’analisi della scienze sociali: non è tanto l’individuo a costituire l’oggetto del lavoro del sociologo ma la relazione tra questo e il mondo sociale.
I CONCETTI DI CAPITALE, CAMPO, HABITUS E PRATICHE
Per spiegare allora il funzionamento della società moderna, superando l’antinomia soggetto-oggetto, Bourdieu arriva a sostenere che le risorse che ogni individuo debba avere consistono sostanzialmente nel possesso di un certo capitale.
Egli suggerisce che esistano tre diversi tipi di capitale:
1) quello economico, costituito per l’appunto da risorse di tipo economico-finanziario;
2) quello culturale, composto dall’educazione famigliare, dall’istruzione e dalle credenziali educative di cui un soggetto è in possesso;
3) quello sociale, consistente nelle relazioni di cui un individuo dispone.
L’effettiva collocazione di una persona nella complessiva stratificazione sociale dipende allora dall’intersecarsi di questi tipi di capitale. Tali tipologie di capitale esistono in ogni campo o sottocampo di cui la vita sociale si compone; la nozione di capitale, infatti, ha sempre per l’Autore una dimensione simbolica: la materialità dei suoi effetti dipende dal fatto che sia riconosciuto e che sia spendibile come tale.
Il campo per Pierre Bourdieu
Il campo è un’area della vita sociale caratterizzata dalla condivisione tra un certo numero di attori di determinati interessi, oltre che dalla presenza di certe pratiche e certe regole. Vi sono pertanto innumerevoli campi della vita sociale, ognuno dei quali è caratterizzato da un’autonomia parziale. L’idea che la vita sociale sia scomponibile in una serie di distinti campi, comporta la generazione negli attori sociali di particolari tipi di habitus.
L’habitus è, secondo Bourdieu, un modo di porsi nei confronti del mondo; è la disposizione ad agire in un certo modo, che ogni individuo apprende nel corso delle proprie esperienze e dei contesti in cui vive. Esso dipende dalla struttura del campo o dei differenti campi entro cui ci si forma e in cui si trascorre la vita, ma a sua volta struttura anche la percezione che il soggetto ha del mondo in cui agisce.
Il concetto di habitus riguarda sostanzialmente il versante sociale di ciò che chiamiamo “carattere” o “personalità” di qualcuno: a chi lo osservi dall’esterno, rende in qualche misura prevedibile quello che il soggetto farà, poiché corrisponde ad una certa comprensione di come tale soggetto vede il mondo, di quali siano le sue preferenze. L’habitus è allora un atteggiamento che l’attore sociale sviluppa adeguandosi ai campi in cui è immerso: può così mutare nel tempo, in base ai contesti o a determinate situazioni, oltre che dare luogo a comportamenti variabili.
In ogni caso, l’habitus si lega a doppio filo con la nozione di campo e con quella di pratica. A tal proposito, Bourdieu sostiene che nella realtà esistano raramente azioni singole ma piuttosto che esistano dei corsi d’azione, cioè delle condotte. Ma queste tendono ad assumere – per ciascuno o in ciascun campo della vita sociale, col tempo – una forma “routinaria” che si consolida, cioè si standardizza e si ripete. Le pratiche – espressione di quello che Pierre Bourdieu definisce “senso pratico” – sono modi di fare a cui è legata una certa comprensione della realtà, le quali includono conoscenze sia esplicite che implicite, collegate a un certo habitus e relative quindi al campo entro cui il soggetto si muove. Tali pratiche si cristallizzano, infine, anche nei gusti e nei relativi comportamenti di consumo.
RIFERIMENTI:
- Boriati D., I comportamenti di consumo nell’attuale crisi economica. Gli effetti perversi della recessione, Aracne, Roma, 2016
- Ghisleni M., Privitera W., Sociologie contemporanee. Bauman, Beck, Bourdieu, Giddens, Touraine, UTET, Torino, 2009
- https://it.wikipedia.org/wiki/Pierre_Bourdieu
- Jedlowski P., Il mondo in questione. Introduzione alla storia del pensiero sociologico, Carocci, Roma, 2009
- La riflessione sociologica sul cibo e l’alimentazione - 4 Febbraio 2021
- Giampaolo Fabris | Sociologo Italiano - 12 Ottobre 2017
- George Ritzer | Sociologo USA - 11 Settembre 2017