Biografia di Richard Sennett
Richard Sennett nasce a Chicago nel 1943 ed è cresciuto in uno dei primi progetti di edilizia residenziale pubblica dove convivevano più razze, argomento questo di cui parlerà molto nelle sue pubblicazioni. Studia violoncello, ma un’operazione al polso pone fine alla sua carriera di musicista. Si avvicina così alla sociologia, studiandola alla Harvard University. Successivamente ottiene una cattedra a Yale e alla London School of Economics, dove attualmente ancora insegna. Sennett si interessa molto della politica, tanto da essere stato consigliere della Casabianca, durante il mandato di Barack Obama.
Pensiero di Richard Sennett
Richard Sennett è famoso per il suo contributo, scritto a quattro mani con il collega Jonathan Cobb, “The Hidden Injuries of class” pubblicato dopo quattro anni di ricerca nel 1972. Questo testo risulta essere un’indagine approfondita e sensibile nella vita della classe lavoratrice e rivela come le differenze sociali possano essere facilmente camuffate e attribuite a una questione di carattere, competenze e fermezza morale, mentre si tratta in essenza di un problema di eredità di classe.
Sennett mise in un dubbio l’idea universalmente accettata da sociologi ed economisti, ovvero l’idea che le classi sociali siano associate al denaro: i lavoratori se avessero aumentato il loro reddito e i loro beni, avrebbero avuto accesso alla classe media usufruendo di più prosperità, ma anche di una maggior dignità. Collaborò con Jonathan Cobb indagando sul paradosso che sembrava affliggere i membri della classe lavoratrice che entravano a far parte di quella media. Sennett parte dall’ipotesi che l’aumento del potere materiale e della libertà di scelta era accompagnata da una profonda crisi dell’autostima. Per spiegare questa sua ipotesi, indagò sulla storia della classe operai statunitense.
Durante l’urbanizzazione del XIX secolo, i lavoratori agricoli si spostarono dalle piccole fattorie alle città, che crebbero rapidamente. Inoltre, la maggior parte delle città statunitensi incorporava ampi gruppi di immigrati europei di recente arrivo, dove venivano parlate le lingue di origine e mantenute le tradizioni.
Questa immigrazione in massa porta presto gli industriali ad una consapevolezza, ovvero la manodopera non qualificata era più economica della produzione meccanica. Motivo per il quale venne assunto un gran numero di immigrati e le macchine vennero impiegate per sostituire la manodopera più qualificata e costosa. Questo favorì l’aumento di episodi di razzismo e il successivo rinchiudersi, da parte dei nuovi immigrati, in comunità etniche.
Verso gli anni ’50, le città statunitensi furono sottoposte a programmi di rinnovamento urbano che divisero le comunità di immigranti al fine di integrarle nella più ampia società. Però, l’idea dell’integrazione ne sottintendeva un’altra: gli individui che possedevano un alto livello di istruzione erano trattati con il massimo riguardo, mentre i lavoratori tenuti in alta considerazione nel “vecchio quartiere”, venivano guardati con sdegno e sospetto per essere ignoranti e stranieri.
Secondo Sennett, in questo, la classe lavoratrice subiva la pressione di diventare colta, ma questo comportava tutta una serie di problemi. Esemplare risulta essere l’esperienza di Frank Rissarro, che viene racconta all’interno del testo. Frank Rissarro, giovane lustrascarpe divenne impiegato di banca, durante un’intervista, raccontò come il suo percorso non fu lineare, soprattutto quando si trovò a valicare le frontiere sociali.
Secondo la sua opinione il termine “colto” era un termine di copertura, in quanto racchiudeva un insieme di esperienze e sentimenti che vanno oltre la semplice istruzione. Nonostante l’approdo di Rissarro a un impiego professionale, i suoi colleghi lo guardavano dall’alto in basso e lui stesso ha perso il rispetto per se stesso. Quindi pur accettando i moniti della società a migliorarsi, si sentiva disorientato da un senso di disagio.
Da qui, quindi, Sennett sostenne che i lavoratori tendono a considerare l’incapacità a integrarsi e a conquistarsi il rispetto degli altri come una sconfitta personale e non come una condizione frutto delle divisioni e delle diseguaglianze sociali.
Le Altre opere importanti di Richard Sennett
Sennett ritorna a far parla di sé nel 1998 con il libro “The corrosion the character”, pubblicato in Italia con il titolo “L’uomo flessibile. Le conseguenze del nuovo capitalismo sulla vita personale” e fu il primo a diagnosticare i danni della flessibilità spinta e del cattivo lavoro. Secondo l’autore, nelle condizioni di incertezza che si sono venute a creare, è sempre più difficile dare un senso alla propria esistenza. Dunque i possibili rimedi devono avere come scopo quello di ridare una continuità alla vita delle persone. Sarebbe, quindi, necessario creare istituzioni parallele che diano ai lavoratori la stabilità che manca alle organizzazioni flessibili. Proprio con il libro “The corrosion the character” è stato premiato nella sezione Nuove prospettive sociologiche al Premio Europeo Amalfi per la Sociologia e le Scienze sociali.
Nel 2008, infine, pubblica “The Craftsman”, tradotto in Italia in “L’uomo artigiano” in cui Sennett auspica il recupero dello spirito dell’artigiano del fare bene qualcosa come fine a sé stesso e senza aspettarsi nulla in cambio, come in un’azione di contrasto nei confronti di una sempre più diffusa e radicata superficialità.
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