Zygmunt Bauman. Vita ed opere.
Tra i sociologi più autorevoli su scala globale, Zygmunt Bauman è stato un sociologo polacco, il cui percorso intellettuale è stato sostanzioso e molto articolato. A lui si deve la folgorante definizione di modernità liquida, di cui è stato uno dei più acuti osservatori, e la cui concettualizzazione ha influenzato gli studi in tutti i campi delle scienze umane.
Nato nel 1925 a Poznan (in Polonia), Bauman ha studiato sociologia e filosofia all’interno dell’Università di Varsavia, per poi insegnarvi dal ‘54 fino al ‘68. A causa della campagna antisemita capeggiata dal Partito Comunista del suo Paese, è costretto ad emigrare, trasferendosi dapprima in Israele, dove ha insegnato all’Università di Tel Aviv, e poi nel Regno Unito, dove nel 1972 gli viene offerta la cattedra di Sociologia Generale presso l’Università di Leeds.
A tal proposito ammetterà: “La Gran Bretagna è il paese che ho scelto e che mi ha scelto, offrendomi una cattedra universitaria, mentre il soggiorno e il diritto di insegnare nel mio Paese di nascita, la Polonia, mi è stato tolto. Così sono divenuto un cittadino britannico naturalizzato”. Nelle sue opere si è occupato oculatamente delle tematiche più variegate delle teorie sociologiche contemporanee; talvolta correlate a un paradigma comune: la misura in cui i mutamenti della sfera politica e sociale generati dalla globalizzazione incidano sulla razionalità e le scelte degli individui.
Partendo dalla prima fase della sua produzione, si è dedicato allo studio della stratificazione sociale e in particolare dei movimenti operai, cimentandosi anzitutto nell’esplorazione del pensiero gramsciano. Nello stesso periodo si è occupato di micro-sociologia, più specificamente di sociologia della quotidianità, ambito disciplinare in grado di garantire al lettore una visione attenta delle dinamiche proprie della vita sociale. Ad avvalorare precipuamente quest’interesse è stata l’opera Sociologia di tutti i giorni, del 1964.
Appartengono alla seconda metà degli anni Ottanta due opere fondamentali: La decadenza degli intellettuali in cui il sociologo riflette sulla natura della produzione intellettuale nelle condizioni della modernità, illustrandone conseguentemente la perdita di interesse nei riguardi degli oppressi e degli emarginati, in un contesto politico ed economico nel quale invece assume una nota importanza la figura preponderante del consumatore; e poi Modernità e olocausto, in cui Bauman presenta un convincente ragionamento sulle ragioni per cui la modernità abbia contribuito alla realtà dell’Olocausto. Secondo l’autore, esso non è stato una vicenda specifica della storia degli ebrei o di quella tedesca, bensì il frutto perverso della modernità e della sua razionalità ordinatrice.
Il consumismo per Bauman
Dalla seconda metà degli anni Novanta, l’interesse di Bauman è andato orientandosi alla diffusione del consumismo: in cambio di una libertà praticamente inesauribile di consumare, le società occidentali sono sprofondate in una condizione di insicurezza profonda, nella quale sono emerse nuove povertà, relativismo radicale, narcisismo e individualismo di massa. Paradossalmente, nota Bauman in Voglia di comunità, le società contemporanee manifestano il bisogno di un nuovo quanto illusorio comunitarismo: alla costante ricerca di forme di affiliazioni rassicuranti, tuttavia apparenti, che producono nuovi confini e un incremento del contingente di ansia.
La modernità liquida per Zygmunt Bauman
A partire dal nuovo millennio, Bauman abbandona la nozione di postmodernità a favore dell’idea di una modernità liquida. Al tema è dedicato un lavoro fondamentale del 2000, cui è seguita una corposa serie di approfondimenti nel corso di tutto il decennio. Infatti in Amore liquido, sostiene che nell’attuale clima liberista gli individui sono succubi delle forze scatenate dal mercato, obbligati ad essere flessibili e capaci di reinventarsi a richiesta. Il sociologo polacco usa la metafora della liquidità per cogliere la precarietà dei rapporti e delle istituzioni sociali oggi. Le persone spesso si trovano a sviluppare rapporti insoddisfacenti, di breve termine, senza nulla di fisso, con tutto lo stress che ne consegue.
Zygmunt Bauman: intellettuale di successo
Negli ultimi quindici anni, Bauman è divenuto, su scala internazionale, uno degli intellettuali più fecondi e a maggior ragione più letti. La varietà dei temi che ha affrontato è infatti a dir poco impressionante. Un dato comune, tuttavia, accompagna la produzione del sociologo polacco: l’idea che i principi di fondo formalizzati dal socialismo possano e debbano essere messi in salvo dalla degenerazione del capitalismo liberista contemporaneo.
Su questa base, l’idea che Bauman ha sempre perseguito è che la sociologia, intesa come esercizio di consapevolezza critica sulle trasformazioni sociali, possa essere d’aiuto alle persone, al pari della medicina. Quest’atteggiamento nei confronti del lavoro intellettuale ha fatto di Bauman una delle figure massime dei movimenti sociali in Europa a partire dagli anni Novanta. Ma ne ha decretato anche il grande successo editoriale, che nell’ambito della produzione sociologica contemporanea ha una valenza assolutamente straordinaria e probabilmente ineguagliata.
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