Il pensiero di Herbert Marcuse
Herbert Marcuse è un filosofo tedesco (Berlino, 19 luglio 1898 – Starnberg, 29 luglio 1979).Grazie agli studi universitari tra Berlino e Friburgo diventa un esperto germanista. Dal 1932 lavora all’Istituto di Ricerca Sociale diventando uno dei massimi esponenti della Scuola di Francoforte. Di origine ebrea, durante il nazismo emigra negli Stati Uniti ottenendo la cittadinanza americana nel 1940. Marcuse si definisce Marxista, socialista e Hegeliano.
Marcuse e la civiltà freudiana
Il filosofo tedesco contesta la teoria di Freud sulla civiltà. Freud considera la repressione degli istinti e delle passioni umane necessarie per sopravvivere nella società. L’adattamento è fondamentale per essere accettati. Di conseguenza queste pulsioni hanno sfogo nell’arte, nella creatività, e nel lavoro.
Mentre Freud considera questo meccanismo come intrinseco nella società stessa, Marcuse crede che sia un aspetto dovuto ad una organizzazione arbitraria e per questo transitoria. Egli non crede dunque che quella attuale sia l’unica società possibile.
Trasferire il principio del piacere verso il principio di realtà genera la repressione. Gli istinti umani vengono sfogati nel lavoro e quindi tenuti a bada. Lo stesso ruolo dell’individuo nella società è una forma di repressione che Marcuse chiama principio di prestazione, ossia l’insieme delle responsabilità e dei doveri sociali.
La tolleranza repressiva e il grande rifiuto
Marcuse indica nella tolleranza una forma di repressione. Infatti la tolleranza è concessa solo nei limiti dell’organizzazione sociale attuale, ogni tentativo di introdurre nuovi punti di vista è escluso. La democrazia appiattisce i valori della società e li rende uniformi, prendendo i valori di una sola classe, che egli identifica nella borghesia, e trasferendoli all’intero gruppo sociale, imponendoli come unici e universali. La democrazia dà il potere alla collettività, ma la collettività è totalmente controllata in ogni parte della sua vita ed esistenza e per questo non è libera di scegliere.
Il conformismo e il consumismo sono i mezzi principali per mantenere l’uomo in uno stato di assenso, in uno stato di conforto apparente, dettato anche dal progresso tecnologico. Ne consegue il desiderio di affermarsi e conformarsi che da vita a L’uomo a una dimensione.
La soddisfazione dei bisogni non ha mai fine, perché è separata dal mondo reale. Vengono creati continuamente nuovi bisogni, ma questi sono slegati dalla realtà, per questo nella società così organizzata la felicità è impossibile.
Marcuse fu definito il filosofo del grande rifiuto perché contestava ogni tipo di conformismo. Secondo Marcuse la filosofia ha il compito di restare fedele ai concetti universali e non di adattarsi di volta in volta alla realtà esistente. Egli contesta molti studiosi contemporanei perché in loro non esiste un’opinione libera e non esiste nessuna forma di rifiuto del sistema.
Il sessantotto
Durante le proteste del sessantotto il pensiero di Marcuse fu preso ad esempio dagli studenti universitari. Da parte sua il filosofo vedeva un grande potenziale negli studenti perché non erano ancora stati inglobati dalla società, come era successo ad esempio alla classe operaia, classificata e manovrata dai sindacati. Marcuse arrivò a giustificare anche gli atti di violenza se questi scaturivano da una vera protesta verso il sistema.
Quello che più affascinò gli studenti era il ruolo dell’immaginazione. Secondo il filosofo tedesco, l’immaginazione era un mezzo per la liberazione, uno strumento per poter vedere al di là della realtà e cogliere nuovi punti di vista.
Altro argomento fondamentale che gli studenti presero ad esempio fu la liberazione dell’eros. Nel pensiero di Marcuse, la pulsione sessuale poteva scaturire nell’arte e nella creatività, e anche nel lavoro, non per essere incanalata o repressa ma per dare vita ad una società libera, bella e autentica.
Le Opere di Herbert Marcuse
Eros e civiltà. Fu definita un’opera rivoluzionaria, nella quale il filosofo tedesco contesta le teorie di Freud sulla società e la repressione.
Marxismo sovietico. L’autore critica il comunismo sovietico portando avanti l’ipotesi di una rivoluzione interna.
L’uomo a una dimensione. Una critica alla società industriale che si serve della tecnologia e del consumismo come forma di controllo.
La tolleranza repressiva. L’individuo si illude di essere libero di scegliere, tuttavia la società democratica amministra l’intera esistenza mascherando la repressione con la tolleranza.
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