Lo storico e sociologo W. E. B. Du Bois, nome esteso William Edward Burghardt Du Bois, nacque nel Massachusetts nel 1868.
Dopo il diploma studia presso la Fisk University, a Nashville, e Berlino, dove conobbe Max Weber. Fu il primo afro-americano a conseguire un dottorato nel 1885. Successivamente divenne docente e, poi, direttore del Dipartimento di sociologia dell’Atlanta University, dove avviò un ambizioso progetto di ricerca sociologica sulle condizioni dei neri statunitensi.
Fu anche uno dei fondatori della più importante organizzazione americana per i diritti civili, la National Association for the Advancement of Colored People (NAACP) e padre del movimento panafricano. A lui si devono concetti ormai divenuti d’uso corrente nel mondo anglosassone, da quello di “linea del colore” a quello di “doppia coscienza”.
La storia dei neri di William Edward Burghardt Du Bois
Du Bois ripercorre la storia della schiavitù degli Stati Uniti e la svolta cruciale della guerra di secessione. A suo parere, la schiavitù era la vera causa della guerra, che ebbe inizio nel 1861. Nel 1863, quando gli schiavi furono liberi, il governo istituì il Freedmen’s Bureau, per fornire cibo, vestiti e proprietà abbandonate agli schiavi liberati indigenti e in fuga.
Tuttavia, il Bureau era gestito da militari che non erano in grado di amministrare una riorganizzazione sociale. Nel 1865 il Bureau fondò l’istituto Freedmen’s Bank per gestire i depositi di uomini e donne tornate in libertà, ma, anche in questo caso, l’incompetenza impedì il successo dell’iniziativa e portò al crollo della banca, che trascinò con se anche i depositi dei clienti. Du Bois affermò che quella non fu la minore delle perdite, poiché con essa svanì anche la fiducia nel risparmio e gran parte della fiducia negli uomini.
Le opere di sociologia criminale
Verso la fine del secolo De Bois abbracciò la criminologia, e, in particolare, la sociologia criminale. Nel 1987 scrisse le sue prime opere in cui parlava di criminalità, “A program of Social Reform” e “The study of the Negro Problems”. Il testo dove però esamina a fondo gli studi e le teorie criminologiche fu “The Philadelphia Negro” del 1899, dove applicando i metodi sistematici della ricerca sul campo e con l’uso dei dati empirici riuscì a categorizzare fin nei dettagli le condizioni di vita dei neri, consentendogli di sfatare stereotipi di ampia diffusione.
Sulla scia della teoria dell’anomia di Durkheim, Du Bois attribuiva l’esplosione della criminalità tra i neri all’emancipazione degli stessi nel tentativo di adattarsi alla loro ritrovata libertà e al loro ruolo all’interno della nazione. La causa va quindi ricercata nelle condizioni sociali, che si riscontano essere sbagliate, e ad una condizione di vita più stressante: il crimine non è una fenomeno causato da qualcosa di innato, ma un prodotto dell’ambiente.
Il comportamento criminali dei neri sarebbe calato, a suo dire, man mano che la popolazione afroamericana si fosse avvicinata ad uno status sociale più simile a quello dei bianchi. Fu forse il primo criminologo ad unire fenomeni storici e cambiamenti sociali, servendosi di quest’accostamento per enunciare le proprie teorie.
La linea di colore: la teoria di William Edward Burghardt Du Bois
Successivamente, nel 1903, Du Bois analizzò il concetto di “linea del colore” nella sua opera più riconosciuta “The Souls of Black Folk”. Considerata pietra miliare letteraria, sociologica e politica, l’opera esaminava la mutevole posizione degli afroamericani nei termini delle loro relazioni fisiche, economiche e politiche con i bianchi, giungendo alla conclusione che il problema fosse nella linea del colore, ovvero il costante divario che separa le opportunità e le prospettive dei bianchi da quelle dei neri.
Lo studioso passa quindi ad esaminare come abbia avuto origine questa dualità di prospettive, sostenendo inoltre che tale linea del colore fosse anche interna, introducendo così il concetto di “Two-ness”. Infatti i neri hanno due immagini simultanee di sé: l’idea che il mondo bianco ha di loro, accompagnata da un disprezzo misto a pietà e l’immagine che i neri hanno di se stessi, più fluida e meno definita.
Le due immagini si combinano per dare origine a ciò che Du Bois definisce una “doppia coscienza”. La storia degli afro-americani, negli Stati Uniti è la storia di questo conflitto interno, che a sua volta è il frutto della battaglia esterna e mondiale tra i bianchi e i neri. Ciò che i neri desiderano è riuscire a fondere questa doppia coscienza in una unica e trovare il vero spirito afro-americano.
Importanza di William Edward Burghardt Du Bois
Du Bois rimane una delle figure più rilevanti nella politica e nella cultura afroamericana, tanto da essere definito un “gigante” dallo stesso Martin Luther King. I suoi studi pionieristici e la riflessione sociologica ebbero una grande influenza, tanto che oggi Du Bois è riconosciuto come uno dei sociologi più importanti del ventesimo secolo.
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