Vita, opere e pensiero del filosofo e sociologo spagnolo José Ortega y Gasset
Nato nel 1883 a Madrid, nipote e figlio di giornalisti, José Ortega Y Gasset si laurea in lettere e filosofia ed è considerato il padre della filosofia semplificata, in quanto per il metafisico spagnolo la filosofia e la politica hanno il compito di parlare alle masse attraverso un linguaggio semplificato.
Non a caso i contenuti da lui prodotti hanno uno stile d’inchiesta e giornalistico, di facile comprensione e facilmente accessibili ad un vasto pubblico.
Nel 1910 diventa professore di Metafisica all’Università di Madrid.
Nel 1914, poco prima dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, diede vita alla Lega di Educazione Politica.
I suoi scritti riguardano il mondo della politica, dell’arte, dei sentimenti e della guerra, il suo pensiero non è sempre stato compreso e più volte è messo in discussione, ma ha in ogni modo influenzato le teorie sociologiche e filosofiche dei nostri tempi.
La disumanizzazione dell’arte
Josè Ortega y Gasset descrive la fase impopolare dell’arte sviluppata nel 900, giustificando tale impopolarità come mancanza di interesse da parte della massa.
Il filosofo spagnolo sottolinea come la folla non comprenda la nuova arte, non per un limite conoscitivo, bensì come mancanza di interesse.
In effetti, quand’è che esprimiamo giudizio positivo nei confronti di un prodotto artistico, che sia esso un quadro, un film o una poesia?
Esprimiamo giudizio di godimento quando c’è immedesimazione, quando fingiamo di essere i protagonisti dell’opera d’arte.
Non a caso l’arte nuova è un’arte per pochi, un’arte di difficile comprensione, un’arte per élite.
Perché si parla di disumanizzazione dell’arte? L’artista si pone all’esterno del quadro scenico di riferimento, produce un qualcosa che non gli appartiene. La nuova arte si basa sul mero godimento estetico, sulla contemplazione visiva e non sempre questo distacco emotivo è in grado di raggiungere l’interesse dei molti, si sviluppa così un percorso artistico che potremmo definire apatico.
In questa come in altre composizioni teoriche si nota l’interesse del filosofo per il concetto di disuguaglianza sociale che secondo Josè Ortega y Gasset non si può fingere che non esista, poiché è presente in ogni parte della vita umana e sociale.
La sua Spagna invertebrata e la ribellione delle masse
“La Spagna è vicina all’idiozia” con questa frase riportata su abc.es, portale di informazione spagnolo, si sottolinea come José Ortega y Gasset fosse estremamente deluso dalla sua patria per aver messo in atto una strategia di neutralità nei confronti della Grande Guerra. Il filosofo non perdonava l’indifferenza del suo territorio nei confronti di tutto ciò che stava accadendo attorno.
Lo studioso di Madrid era infatti, tra le altre cose, un fervido attivista politico e non accettava di essere figlio de “Il sobborgo d’Europa” che dormiva in una situazione così tragicamente importante dal punto di vista politico, economico e culturale come la Prima Guerra Mondiale.
Nonostante sia considerato tra gli attivisti politici più celebri, Josè Ortega y Gasset critica aspramente la ribellione delle masse e il conseguente caos provocato dall’unione di individui che prendono il sopravvento servendosi dello strumento della democrazia. Il loro obiettivo è quello di annientare ogni tipo di élite mettendo in pratica un comportamento antipolitico. In questo modo si legittima la confusione creata dalle classi popolari che si schierano a priori contro ogni forma di istituzione esistente.
“Ciò che accade con i colori e i suoni accade anche con la verità. La struttura psichica di ogni individuo è come un organo percettivo: è dotato di una forma determinata che gli permette di comprendere certe verità ed è condannato a una inesorabile cecità nei confronti di altre. Così ogni popolo e ogni epoca hanno la loro anima tipica, cioè una rete, delle maglie di larghezze e di forma definite, che conferisce una rigorosa affinità con certe verità e una incorreggibile incapacità di raggiungerne certe altre.
Questo significa che tutti i popoli e tutte le epoche hanno posseduto la loro congrua porzione di verità, e non ha senso che alcuni popoli o epoche pretendano di opporsi agli altri, come se soltanto a loro fosse toccata la verità intera.”
Con la Dottrina del Punto di Vista il sociologo spagnolo sottolinea proprio come la soggettività della percezione possa condizionare l’analisi della realtà circostante ed è proprio tale forma di razionalità che contraddistingue le masse dalle élite.
Quello che Josè Ortega y Gasset ci ha insegnato sull’amore
Con il suo Estudio Sobre el Amor il filosofo spagnolo compie una indagine sociologica sull’amore in cui distingue l’amore dal desiderio, poiché l’amore non è aspirazione, l’amore è movimento continuo verso l’oggetto amato, l’amore è una prova di coraggio.
Michele Gerace, intellettuale contemporaneo analizza il pensiero di José Ortega y Gasset dal punto di vista storico, filosofico e politico.
L’amore è descritto come una probabilità, come fenomeno accidentale della casistica e non è da ridurre al mero rapporto tra amanti, ma anche tra madre e figlio o tra artista e arte, ognuno ha quindi un proprio oggetto di amore.
Il filosofo e attivista politico distingue inoltre l’amore dal fenomeno dell’innamoramento:
del primo egli ha una concezione pura, quasi spirituale, l’amore sopra tutte le cose;
l’innamoramento invece rappresenta un deficit cognitivo, poiché quando si è in tale fase si concentra l’attenzione esclusivamente sull’oggetto dell’infatuazione.
Gerace nell’analizzare il concetto di amore per Josè Ortega y Gasset, confronta il suo pensiero con quello di Stendhal.
Lo scrittore francese parla di malattia d’amore ed elenca i tre stadi dell’innamoramento: ammirazione, gioia e speranza. Una volta raggiunta la terza fase si compie il processo della prima cristallizzazione in cui ogni singolo elemento della persona amata pare perfetto. Nella seconda cristallizzazione l’amore si concretizza e quando si ha la certezza della conquista, l’amore si affievolisce.
Il pensiero di Josè Ortega y Gasset è in netta contrapposizione con il pensiero di Stendhal:
“Il desiderio muore automaticamente quando si logora, finisce quando viene soddisfatto. L’amore è invece un eterno insoddisfatto.”
In una condizione di amore non si raggiunge mai la pace, è tutto costantemente in bilico, un processo di inquietudine e di eccitazione al tempo stesso. Una sorta di macchina che passa dal pieno ad essere senza benzina, un oggetto con difetto di fabbrica che compie prestazioni eccellenti fino a distruggersi.
Questo è ciò che José Ortega y Gasset ha lasciato come eredità al mondo dei romantici incalliti: l’amore richiede coraggio, l’amore richiede pazienza e accettazione di stato perenne di inquietudine. Si tratta di un sentimento che non conosce fasi di tranquillità, una emozione per nulla pacifista, è lotta continua che non sempre porta alla vittoria.
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