Ipocrisia e mercificazione dei corpi

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Tra le tante ipocrisie che costellano la nostra società occidentale, troviamo il paradosso della mercificazione del corpo femminile. Giustificata a livello economico come richiamo dell’istinto della foresta, la proposta dei mass-media del corpo femminile come attrattiva presso il pubblico  maschile trova largo uso ed abuso, al punto che ormai viene considerato parte della dieta mediatica proporre sederi, seni e altro, a disposizione delle masse. L’ipocrisia delle genti sta proprio nel fatto che lo stesso interesse suscitato  dal ‘condimento’ sexy, ed è ovvio, nel pubblico maschile, mentre è tollerato per motivi economici ad esempio in TV, viene considerato disdicevole se ricercato dagli stessi uomini e ragazzi nella vita di tutti i giorni. Agli adolescenti si vuole fare la morale, si vuole Leggi di Più

Elementi di una teoria sociologica integrata

Fabbrica-Olivetti

Le modalità di produzione dei settori economici, comprendendo con la definizione di settori economici i classici settori agricolo, industriale, terziario, con le nuove economie ad alto tasso di plusvalore tecnologico-informativo più dinamiche e perciò classificabili in una sorta di terziario-bis od avanzato ovvero ‘quarta economia’, sono la base del sistema sociale, costituendo investimento esistenziale oltre che di mera sopravvivenza biologica per la maggior parte degli esseri umani e, tramite i rapporti socioculturali e di giurisdizione degli ordinamenti legislativi, indirettamente influenzanti la vita della quasi totalità della specie umana. I fatti umani sono azioni compiute all’interno di determinate corpi legislativi naturali, le leggi fisiche, chimiche e biologiche naturali, legandosi con ciò la materia sia agli atti volontari che a quelli involontari Leggi di Più

Riflessioni sulla disoccupazione

Disoccupazione

Vorrei affrontare una tematica che mi sta molto a cuore, con delle Riflessioni sulla disoccupazione, più che altro perché riguarda uno stato personale in cui mi trovo nel momento della stesura di queste righe. Desidero trattare dei costi umani e sociali della disoccupazione, piaga che affligge il nostro Paese a livello strutturale da sempre e che nella crisi degli anni attuali sta diventando causa di problematiche così profonde e vaste insieme da costituire una priorità nell’attenzione della popolazione interessata, dei media, delle istituzioni, ed infine, ma non in ultimo, dei sindacati. Il disoccupato perde principalmente, perdendo il lavoro, la sua fonte di reddito principale, o esclusiva, spesso di fronte ad un patrimonio personale e famigliare costituito nel più fortunato dei Leggi di Più

La magia della parola, la potenza della comunicazione

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In questi anni di affermazione tecnica, scientifica e tecnologica, si assiste ad un generale tentativo di accantonare gli strumenti antichi e in realtà mai tanto attuali dell’eloquenza, della retorica e della comunicazione come persuasione. Si assiste ad una analisi degli elementi comunicativi che li vuole essenzialmente buoni per il cinema, per l’intrattenimento, per il teatro, per uno studio, ormai obsoleto per la società, della poesia, si concede, attuali solo per alimentare il sistema consumistico tramite slogans a targets mirati e campagne sui mass-media propagandistiche e volutamente vuote di implicazioni non strettamente pubblicitarie. Dobbiamo fugare i dubbi: le parole, la parola hanno una forza che trascende ambiti limitati, in cui si vorrebbero relegare le possibilità comunicative orali. Anzi, a dirla tutta, Leggi di Più

L’uso retorico della cultura e delle informazioni

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Un uso persino cinico, comunque strumentale, delle informazioni, degli ideali, delle nozioni e in definitiva della cultura, è noto fin dall’antichità. Nelle regole della retorica, la prima componente era l’inventio, cioé trovare gli argomenti con cui convincere. Dopo migliaia d’anni, anche dopo che abbiamo raggiunto alti valori moderni nelle costituzioni e nelle leggi, e ci dichiariamo propensi con i sentimenti, le emozioni e il ragionamento, a seguirli, in realtà nascondiamo, chi più chi meno, la volontà anche in modo inconscio di volere la ragione a scapito di qualsiasi principio. Per persuadere ed ottenere riconoscimento, stima, obbedienza, la ricerca degli argomenti puo’ raggiungere l’obiettivo di utilizzare qualsiasi informazione per raggiungere lo scopo di vincere nell’argomentare, ottenendo ciò che vi vuole dagli altri: Leggi di Più

Pro studentibus – Un laureato non nasce dal nulla

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Ora che sono laureato, arrivano elogi, auguri, stima e, anche se è fuori luogo data la mia età, anche ‘fastidi’ nella testa di qualcuno. Ma un dottore non nasce il giorno della laurea, quando si discute in in giorno importante la propria tesi. Il laureato è, in nuce, già quella persona che si informa sul sito Web dell’Università, della propria facoltà, è quel giovane che va a lezione prendendo appunti, che passa il tempo a studiare anche discipline che detesta pur di poter appassionarsi ed essere preparato in quelle che ama. Ho notato in questi anni che la qualifica di studente universitario non gode di nessuna considerazione particolare; si è studenti spremuti dalle tasse, dagli editori dei libri, sottoposti a Leggi di Più

La nostra esistenza e le rivoluzioni di Kuhn

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” La scienza, secondo Kuhn, non avanza lungo un percorso lineare e per successive approssimazioni alla verità, ma è caratterizzata da veri propri ‘salti’ e da profonde discontinuità, le rivoluzioni. Queste discontinuità vengono a interrompere periodi di quiete, durante i quali viene praticata quella che Kuhn chiama la ‘scienza normale’. […] A questo ultimo risultato, Kuhn dà il nome di paradigma; l’astronomia tolemaica, l’astronomia copernicana, la fisica newtoniana e la teoria evolutiva darwiniana sono alcuni esempi di paradigmi nell’ambito della storia della scienza, per il modo in cui sono stati in grado di guidare l’attività di ricerca in un certo settore per lunghi periodi. ” – M. Bucchi, Scienza e Società, Raffaello Cortina Editore. Ciò che voglio creare, introducendo i Leggi di Più

Il lavoratore dell’Ottocento e le casalinghe

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Leggendo, un dato numerico ha colpito la mia immaginazione e insieme mi ha fatto riflettere: nell’800, come prevedibile in base a quello che già sapevamo, la giornata lavorativa media era costituita da 84 ore di lavoro settimanali. Se paragoniamo questa somma di ore a quella odierno, vediamo che anche chi è massimamente impegnato nella propria attività lavorativa, dispone di un’enormità di tempo libero in più dell’uomo del popolo di due secoli fa. Parliamo di 6-8 ore in più di lavoro al giorno, praticamente quei poveri uomini dei nostri antenati, ma non i nobili né il clero, avevano solo il tempo di mangiare e dormire (poco). Se aggiungiamo che i divertimenti che offriva un piccolo centro di provincia, un villaggio, all’uomo Leggi di Più