Robert Park – VITA E PENSIERO
Robert Ezra Park, abbreviato Robert Park, nacque a Harveyville il 14 febbraio 1864 e morì a Nashville il 7 febbraio 1944. Tra il 1899 ed il 1903 andò in Germania a studiare e seguì i corsi di Simmel a Berlino. Nello stesso periodo scrisse una tesi di dottorato con il filosofo W. Windelband. Iniziò la carriera universitaria nel 1904 e fu professore di sociologia all’Università Harvard e di Chicago, infine alla Fisk University fino al 1943. Fu tra i fondatori e i principali esponenti della Scuola di Chicago di sociologia o scuola dell’ecologia sociale urbana.
SCUOLA DI CHICAGO e Robert Park
La scuola di Chicago può considerarsi come la prima grande scuola di sociologia americana. Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 negli Stati Uniti il fenomeno dell’immigrazione provoca mutamenti importanti nella società nordamericana, che spingono molti sociologi a focalizzarsi su di essi. I problemi ai quali si dedicano Robert Park e gli altri esponenti della Scuola di Chicago sono l’immigrazione, i conflitti interetnici, la disgregazione sociale e la devianza.
Essi prediligono la ricerca empirica, in particolar modo utilizzano come metodo di ricerca l’osservazione partecipante, cioè la parziale immersione del ricercatore per un determinato periodo di tempo nella vita del gruppo che studia. La città, Chicago, è il loro oggetto di studio.
L’approccio degli esponenti della Scuola di Chicago è definito come ecologico, in quanto concepisce il comportamento dei gruppi nello spazio urbano sulla base di un modello naturalistico e inoltre pone attenzione ai contesti fisici entro cui si esplica il comportamento.
Il PENSIERO
Robert Park ha come primo interesse il giornalismo e grazie alle esperienze fatte in questo campo riesce a cogliere i dettagli della vita urbana ed è attento ai processi comunicativi. Pensa che la stampa quotidiana sia un’agenzia di controllo sociale che forma l’opinione pubblica. Il giornale è una fonte di notizie: frammenti di informazione sulla vita sociale che si mescolano con le esperienze fatte dal lettore costruendo la sua immagine del mondo.
Una della sue opere più importanti è “La città”.
In tale saggio Robert Park opera un’analisi della vita sociale nella città di Chicago e analizza le varie forme di interazione che si creano tra gli individui. La città per Park è coinvolta nei processi vitali della gente che la compone ed è un prodotto della natura umana. La città è un’unità geografica, ecologica ed economica. L’organizzazione economica della città è fondata sulla divisione del lavoro. Inoltre, la città è la sede naturale dell’uomo civile e perciò essa costituisce un’area culturale caratterizzata da un particolare tipo culturale.
La città possiede un’organizzazione morale oltre che fisica. La forma di associazione più semplice ed elementare nell’organizzazione sociale è il vicinato, ossia un luogo che ha proprie tradizioni, una propria storia e dei propri sentimenti. Il vicinato nella città perde molte delle caratteristiche che aveva nelle comunità rurali, in quanto le nuove tecnologie e i moderni mezzi di trasporto hanno permesso agli individui di distribuire i propri interessi e di partecipare ad una serie di mondi diversi, distruggendo in tal modo l’intimità e la stabilità del vicinato.
Una caratteristica delle città è la mobilità, che significa spostamento geografico e sociale, ma anche esposizione a nuovi stimoli. Mobilità vuol dire apertura: più si è mobili e più si è aperti al cambiamento. Naturalmente la mobilità può provocare anche disorganizzazione sociale, in quanto l’ambiente sociale può essere incapace di fornire a tutti gli individui le risorse necessarie per il soddisfacimento dei propri bisogni. Uno dei concetti chiave nel pensiero di Park è quello di distanza sociale, inteso come quel sentimento di alcuni membri di un gruppo sociale di essere distinti ed estranei rispetto ai membri di un altro gruppo. Proprio su tale argomento Park realizza importanti studi.
E’ interessato alle personalità marginali, cioè ai soggetti non inseriti in un ambiente sociale e perciò caratterizzati dall’insicurezza e dal disorientamento. Molto importante è la sua definizione di “uomo marginale”, definito come colui che vive sul confine di due culture che non riescono ad integrarsi, e la definizione di “uomo asociale”, cioè di colui che viene escluso dal processo di produzione, per esempio il malato di mente, l’alcolista ecc.
Per Robert Park la distanza sociale si esprime anche in distanza territoriale: infatti, i diversi gruppi sociali sul territorio di una città si collocano in aree differenti.
TEORIA DELLE AREE NATURALI
Secondo questa teoria ci sono delle aree geografiche della città dove la popolazione si distribuisce. La città, qualsiasi esse sia, tende ad espandersi radialmente a partire dal quartiere commerciale centrale definito centro. Intorno ad esso si trova un’area di transizione che viene occupata da imprese commerciali e piccole industrie. Una terza area è abitata dagli operai dell’industria, che vogliono vivere nelle vicinanze del luogo di lavoro. Subito dopo vi è l’area residenziale, che è occupata da edifici con appartamenti di lusso o da quartieri privilegiati. Infine, oltre i confini della città, si trova la zona dei lavoratori pendolari, costituita da aree suburbane o città satelliti e situata a mezz’ora o un’ora di viaggio dal quartiere commerciale centrale.
OPERE
- Introduzione alla scienza della sociologia, scritto in collaborazione con Ernest W. Burgess nel 1921;
- La stampa per immigrati ed il suo controllo, del 1922;
- La città, scritto in collaborazione con Ernest W. Burgess e Roderick D. McKenzie nel 1925;
- Le comunità umane, pubblicato nel 1952 dopo la sua morte.
I suoi numerosi articoli sono stati pubblicati nei volumi Race and Culture (1950), Human Communities (1952) e Society (1965).
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