Biografia e Pensiero di Sabino Acquaviva
Sabino Acquaviva fu una delle figure di spicco della sociologia italiana, nato a Padova il 29 aprile 1927.
I suoi studi più rilevanti, e che lo hanno reso famoso, attenzionano i temi sociologici della religione, ma anche quelli della sociologia della scienza, dei mass media e socio-biologia. Raggiunse la sua fama grazie al libro “L’eclissi del sacro nella società industriale” (1961), in cui analizza la scomparsa della dimensione del sacro dalla quotidianità dell’uomo contemporaneo, notando la “secolarizzazione del mondo” e la “secolarizzazione della religione”.
Uno degli elementi da attenzionare della sua personalità ’intellettuale, è la sua modalità di scrittura sociologica, non aliena da ripensamenti, autocritiche, aggiustamenti, chiarimenti successivi, e il suo discutere sul sacro è una riflessione aperta, mai definitiva, ma traspare in lui la consapevolezza che il tema è di tale portata da non potersi esaurire nell’arco di una sola vita, per quanto intensamente vissuta fra ricerche, elaborazioni statistiche ed analisi.
Il sociologo non sembrerebbe del tutto alieno dall’essere egli stesso coinvolto nell’esperienza della religiosità, ovviamente a suo modo, ma dal punto di vista teorico e sociologico egli pare condividere l’impostazione di Bochenski che vede un intreccio fra sacro e secolare, fra passato, presente e futuro, raffigurando il tutto con l’intersezione di due cerchi fra loro.
Questo schema grafico è raffigurato nel volume dal titolo “Fine di un’ideologia: la secolarizzazione” (1989) e richiama da vicino lo schema di Victor Turner (1969), che interpone un interstizio, una barriera fra struttura ed antistruttura. Per Acquaviva, il sacro rappresenterebbe la struttura e dunque il passato, invece il limen sarebbe costituito dalla situazione presente nell’oggi, cioè da in intreccio fra sacro e secolare, tra passato e futuro; infine l’antistruttura sarebbe connotata dal secolare e dal futuro.
Dal 1967 fino al 1971 fu professore di Sociologia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova, di cui fu preside dal 1977 al 1978 e direttore del dipartimento di sociologia dal 1985 al 1988. Nella sua opera “Il seme religioso della rivolta” (1979), attenzionò la trasformazione del rapporto tra l’individuo e il sacro anche nel caso della lotta armata, in cui gli anni di piombo indussero le persone di fronte alla possibilità di uccidere o morire, rafforzando la loro raffigurazione sul modello rivoluzionario classico, e mostrando come, realmente, gli interessi, priorità e valori ebbero rilevanti mutazioni, portando alla crisi del marxismo in Occidente.
Insieme al sociologo tedesco Gottfried Eisermann conduce una ricerca sociologica sulle minoranze etniche in Alto Adige, pubblicata nel volume “Alto Adige. Spartizione subito?” (1981), che propone la cessione territoriale di larga parte della provincia di Bolzano a favore dell’Austria. In tale ricerca negano l’esistenza di un gruppo etnico “mistilingue”, discutendo l’efficacia dell’autonomia per la preservazione dei due gruppi etnici, notando l’esistenza di una Todesmarsch a carico del gruppo italiano, che avrebbe portato ad una compressione numerica e alla sua progressiva marginalizzazione professionale e lavorativa sul territorio.
Come soluzione, proposero la veloce spartizione del territorio sud-tirolese tra Italia e Austria, con un nuovo confine a Bolzano. Da un punto di visto della ricerca sociologica, la ricerca fu criticata per aver riprodotto alcuni degli stereotipi che intendeva affrontare, riprendendo concetti delle politiche di pulizia etnica e delle Opzioni in Alto Adige.
Dal 1984 al 1999 collaborò con il Corriere della Sera. Fu direttore, anche se per un breve periodo, della struttura cultura della RAI tra il 1995 e il 1996, collaborando con trasmissioni televisive. Fu collaboratore del Consiglio Regionale del Veneto, divenendo una figura di rilievo per gli esponenti della Lega Nord. Fu membro del comitato scientifico della Facoltà di Giurisprudenza ed Economia dell’Università di Nizza. Morì a Padova, il 29 dicembre 2015.
Opere di Savino Acquaviva
- L’eclissi del sacro nella civiltà industriale, 1961;
- Social Structure in Italy, Crisis of a System, 1976
- Televisione e ***bambini immagine nel mondo della prima infanzia, 1976;
- La modernizzazione sperata, 1978;
- Guerriglia e guerra rivoluzionaria in Italia 1979;
- Il seme religioso della rivolta 1979;
- Alto Adige. Spartizione subito?,1980;
- La montagna del sole. Il Gargano, 1982;
- Fatica d’amare, 1983;
- In principio era il corpo, 1983;
- Le forme del politico: idee della Nuova destra, 1984;
- L’eclissi del sacro nella civiltà industriale, 1985;
- Fine di un’ideologia: la secolarizzazione, 1989;
- Sinfonia in rosso, 1989;
- Eros, morte ed esperienza religiosa, 1993;
- Progettare la felicità, 1994;
- La ragazza del ghetto, 1995;
- La strategia del gene. Bisogni e sistema sociale, 1995;
- Sociologia delle religioni. Problemi e prospettive, 1996;
- Giovani sulle strade del terzo millennio. I giovani degli ostelli: tra pellegrinaggio interiore e turismo culturale, 1999;
- Prima dell’alba, Sellerio, 2001;
- La democrazia impossibile. Monocrazia e globalizzazione della società, 2002;
- La democrazia possibile, 2002;
- L’ eclissi dell’Europa. Decadenza e fine di una civiltà, 2006;
- Dio dopo Dio. Diario 1964-2005, 2007;
Le radici del futuro: L’Europa dei popoli, il rifiuto degli Stati nazionali, 2014.
- Il carattere esistenziale delle norme - 25 Maggio 2019
- Come R-esistere al degrado ? - 5 Gennaio 2019
- Analisi organizzativa nella Scuola Neoistituzionalista - 10 Ottobre 2018