Ludwig Gumplowicz, fu un sociologo, giurista e politologo polacco, nato in Cracovia, il 9 marzo 1838. Nel 1875 ottenne la cattedra in diritto costituzionale e amministrativo all’Università di Graz, divendo professore associato nel 1892 e ordinario nel 1893.
Suo interesse fu lo studio dei gruppi etnici repressi, dal momento che proveniva da una famiglia ebraica e originario di Cracovia. Come avvocato si dedicò alle minoranze etniche dei popoli di lingua slava, interne all’Impero Asburgico.
Si occupò delle ultime versioni della teoria del conflitto, partendo dall’idea di gruppo sociale. Inoltre si interessò agli studi dello “Stato” definendolo come un’istituzione posta al servizio di diverse élite che ne assumevano il controllo, ponendosi il problema dello sviluppo sociale e delle sue regole, trovandone “soluzione”, riconducendo tutti i fenomeni sociali all’interno di una teoria del conflitto considerato come il “cuore” di tutti i rapporti sociali: “ci si unisce sempre contro qualcosa o qualcuno”, come egli stesso definì.
Il conflittualismo di Gumplowicz costituisce un significativo contraltare alla teoria sulle origini contrattualistiche dello Stato, quindi una rivalutazione del momento della forza su quello del “do ut des”, e fattore importante, dietro le istituzioni sociali si nasconda una profonda volontà di potenza, che gli uomini smascherano, invocando ragioni nobili e ideali.
Negli uomini la volontà di potenza, è rappresentata dalla ricerca della sottomissione dell’altro, spiegando le origini dello Stato, spesso legate a una conquista militare. Ma accanto alla forza vi sono altri fattori sociali, discordanti, reali, effettivi come lo spirito utilitario e di sacrificio, la volontà di capire, integrare e integrarsi.
Quel che si pone in una zona di rifiuto, è la rozza trasformazione della teoria del conflitto, in “Lotta per l’Esistenza”, evitando di commettere lo stesso errore di coloro che sul versante liberale, confondono, spesso intenzionalmente e solo per enfatizzarla, la teoria contrattualistica con una “Filosofia Mercantile dell’Esistenza”.
Va perciò rifiutato il princìpio fondato sulla forza e quello basato sull’interesse economico. Scrisse analisi macrosociologiche, predicendo che, se le minoranze interne a uno stato, si fossero integrate socialmente, ne sarebbe derivata una guerra. Nel suo testo Der Rassenkampf (1909) (Ed. Italiana “La lotta delle razze”) predisse lo scoppio della prima guerra mondiale. L’aver pubblicato le proprie opere in tedesco lo rese simbolico anche nei paesi germanofoni. Nel 1909, dopo aver scoperto di essere ammalato di tumore, lui e la moglie, decisero di suicidarsi assumendo del veleno, il 20 agosto a Graz.
OPERE di Ludwig Gumplowicz
- Race und Staat: Eine Untersuchung übe, 1875;
- Philosophisches Staatsrecht, 1877;
- Das recht der Nationalitäten und Sprachen in oesterreich-ungarn, 1879;
- Rassenkampf, 1883;
- The outlines of Sociology;
- Grundriss der Soziologie, 1885;
- La lutte des races: recherches sociologiques;
- Das österreichische Staatrecht, 1891;
- Das oesterreichische staatsrecht, 1891;
- Soziologie und Politik, 1892;
- Die sociologiche Staatsidee, 1892;
- Allgemeines Staatsrecht, 1897;
- Geschichte der Staatstheorien, 1905;
- Augsewählte Werke, in 4 bänden. Geschichte der staatstheorien;
- Sociologie et politique;
- Publications of the American Academy of Political and Social Science;
- Compendio di sociologia;
- Il concetto sociologico dello Stato;
- Verwaltungslehre: Mit bes. Berücks. Des österreichischen verwaltungsrechts;
- Ausgewählte: in 4 Bd;
- Soziologische Essays;
- Österreichische Reichgeschichtte;
- Rechtsstaat und Socialismus;
- Derecho politico filosòfico.
Su Ludwig Gumplowicz
LA TEORIA CONFLITTUALISTICA INTORNO AL DIRITTO
Di Claudia Coco
Quella di Ludwig Gumplowicz, tra fine Ottocento ed i primi del Novecento, è tra le teorie sociologiche conflittualistiche più rilevanti, differenziandosi da Comte e Durkheim, e avvicinandosi, invece, ad autori marxisti, con cui condivide una concezione della società che privilegia la focalizzazione sul conflitto piuttosto che sull’ordine e il consenso.
Il diritto come realtà dinamica e caratteristica normale della società umana. Le società si reggono ed evolvono nel tempo ma non sul consenso, ma per la capacità che hanno i gruppi di definire dei compromessi tra di loro, in un contesto di rapporti disuguali regolate dalla forza. Nella situazione del suo paese, in cui vi era la presenza di diversi gruppi sociali, aggregati per classi ed etnie, che s’incontrarono e scontrarono nel vasto campo sociale avanzando pretese e rivendicando diritti e potere. Lo Stato emerge da questo contesto conflittuale ogni volta che un gruppo sociale, usando la forza, procede all’assoggettamento di un gruppo più debole. I gruppi, nel corso della storia, assumono sei forme:
- Un gruppo minoritario assoggetta quello maggioritario o altri di origine sociale;
- Crea il proprio potere politico in forme tali che portano a rafforzare il proprio potere;
- La violenza dei dominanti e la debolezza dei soccombenti, creano la persistenza della pace, l’applicazione di un ordinamento giuridico che ne riduce l’instabilità;
- Il gruppo dominante ne vuole assicurare un funzionamento del proprio dominio che ne susciti la minore conflittualità aperta possibile. Ma i dominanti non sempre accettano tali condizioni di subordinazione;
- I rapporti giuridici si stabiliscono e consolidano per il tipo e le caratteristiche della pressione che la massa della popolazione soggetta esercita sul gruppo o gruppi dominanti;
- Il diritto si configura come una momentanea linea di demarcazione ed equilibrio tra le sfere varie e contrapposte di potenza.
Coloro che conquistano il potere, sono delle minoranze organizzate che si avvalgono di maggiori qualità intellettuali, organizzative, una capacità di sviluppare una maggiore forza militare. Tale concezione mette in risalto la complessità e fragilità dei compromessi su cui si fondano gli ordini sociali, che possono essere sconvolti in ogni momento. Il conflittualismo di Gumplowicz è di origine pluralistica, che vede contrapporsi una pluralità di gruppi sociali in base ad aggregazioni su linee etniche, religiose, territoriali e politiche.
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