Ernest Greenwood nacque in Transilvania nel 1910 e morì nel 2004. Sua madre morì durante la prima guerra mondiale. A causa dell’antisemitismo e delle difficoltà economiche, Greenwood e la sua famiglia emigrarono negli Stati Uniti nel 1921. Dopo la morte della matrigna, insieme ai suoi fratelli fu portato nel manicomio degli orfani di New York e restò lì fino a quando suo padre si risposò due anni dopo.
Studiò all’Università dell’Ohio e iniziò la sua carriera professionale insegnando sociologia. Per un periodo, lavorò anche come funzionario addetto alla sorveglianza per giovani delinquenti e fuggitivi in Ohio. Dopo aver lavorato come ricercatore presso i consigli di pianificazione del benessere a Louisville, Chicago e Los Angeles e insegnato alla School of Social Work dell’Università di Pittsburgh, entrò a far parte della facoltà di Berkeley nel 1953, dove insegnò teoria e metodi di ricerca fino al 1970.
Opere di Ernest Greenwood
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Social Work Research: A Decade of Reappraisal;
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Social Science and Social Work: A Theory of Their Relationship;
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Metodología de la Investigación Social;
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Experimental Sociology: A Study in Method.
Il pensiero di Ernest Greenwood
I sociologi, a partire da Comte, si sono sempre occupati dell’idea di “professione”. In particolare, negli anni ’40 e ’50 si affermano due approcci allo studio delle professioni. Il primo fa capo a Talcott Parsons ed è di impronta funzionalista. Parsons si domanda quale sia la funzione delle professioni nella società e la identifica con la lotta contro la devianza. Il secondo approccio, “per attributi”, si propone, invece, di identificare quali siano le caratteristiche che distinguono le professioni dalle comuni occupazioni. Secondo Greenwood gli attributi tipici delle professioni intellettuali sono cinque:
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CORPO SISTEMATICO DI TEORIA. E’ l’insieme delle conoscenze riguardanti il campo di attività che guida il professionista nell’esercizio della sua attività. La preparazione di una professione deve essere nello stesso tempo un’esperienza di tipo intellettuale e pratico, deve avvenire attraverso una educazione formale in sede accademica. Le conoscenze teorico-pratiche di tipo scientifico vengono acquisite nelle università e nelle scuole superiori. Questo attributo pone una netta distinzione tra il professionista e l’intellettuale generico. Una professione, sostiene Greenwood, presuppone, infatti, il possesso di teorie specifiche da parte del professionista;
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AUTORITA’ PROFESSIONALE. Il non professionista lavora per avventori (customers), il professionista per clienti (clients). La formazione prolungata del professionista gli fornisce un’abilità specifica ovvero una competenza tecnica esclusiva in un determinato settore. L’autorità professionale si basa sulla competenze e sul fatto che il professionista possiede nozioni specifiche idonee a far prevalere il proprio giudizio su quello del cliente nelle decisioni da prendere. L’autorità professionale va intesa come la fiducia, la stima, il credito che un professionista, grazie a doti, qualità o meriti, acquisisce in un campo di attività. Il professionista, inoltre, grazie alla sua autorità professionale, infonde nel cliente il senso di sicurezza;
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SANZIONE DELLA COMUNITA’. È il riconoscimento da parte della comunità della propria utilità sociale ed è l’obiettivo che ogni professione emergente cerca di raggiungere, per rendere possibile una legittimazione istituzionale. Secondo Greenwood il raggiungimento di questo obiettivo permette al gruppo professionale di usufruire di una serie di poteri e privilegi. Il riconoscimento si ottiene attraverso titoli e abilitazioni conferiti da scuole di alto livello;
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CODICE ETICO. Questo attributo deriva da un codice di regole etiche che la professione si dà, onde evitare che il professionista abusi della propria preminenza sul cliente. Il codice regola i rapporti fondamentali della professione: quello professionista/cliente, quello tra colleghi, quello tra professionista e società nel suo insieme.
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CULTURA PROFESSIONALE. L’ultimo attributo, infine, è costituito dalla capacità degli addetti di creare associazioni professionali, che generano una cultura professionale fondata su comuni valori, norme e simboli. Il lavoro professionale così delineato presenta un’ulteriore caratteristica: l’autonomia, che si esplica non soltanto nella libera professione, ma anche all’interno delle organizzazioni professionali.
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