Biografia di Federico Butera
Federico Butera, è un sociologo italiano, nato a Milano nel 1940. Studiò organizzazione e legalità, alla facoltà di Giurisprudenza di Palermo e si laureò con Lode nel 1962 con una tesi in diritto civile, compagno di corso di Paolo Borsellino. Frequenta la scuola universitaria di giornalismo diretta da Mauro De Mauro, che gli insegna a fare ricerca affidandogli anche una piccola esercitazione didattica su Enrico Mattei.
Federico Butera partecipa attivamente alla associazione studentesca dell’UGI di Palermo fondata da Giacinto Militello, ne dirige il giornale Università Democratica, con l’idea di “costruire una nuova università per una nuova Sicilia”. Entra in rapporto con le organizzazioni democratiche siciliane, insieme a Pio La Torre e Danilo Dolci, con i giovani dell’UGI e dell’UNURI.
Laureandosi, Butera si prepara al concorso della magistratura. Due mesi prima del concorso, accetta a ottobre del 1962 una offerta di lavoro della Olivetti. Studioso di organizzazione e architetto di organizzazioni complesse, ha contribuito al superamento dei modelli burocratici di organizzazione e delle forme taylor-fordiste del lavoro. Aveva iniziato con la progettazione delle isole di produzione alla Olivetti e ha proseguito con progetti di organizzazione e formazione nelle fabbriche e negli uffici. Come responsabile del SRSSO dell’Olivetti, (percorso change management), Butera accompagna il processo di passaggio dalla meccanica alla elettronica nella produzione delle macchine da calcolo e da scrivere.
La Olivetti era allora una azienda di 40.000 dipendenti che, a causa della concorrenza delle macchine elettroniche giapponesi, si trovava di fronte alla obsolescenza della sua tecnologia di base di prodotto e di produzione: dai pezzi di ferro ai chip. Di fronte ad una prima fase di panico aziendale, Federico Butera scoprì che era possibile sviluppare e diffondere un modo di produzione efficace e flessibile diverso, smontando le lunghe catene di montaggio e costituendo le isole di produzione. Era una scoperta tratta dalla osservazione di quello che stava avvenendo in produzione ossia alcuni innovativi esperimenti localizzati.
Federico Butera e il suo team li studiarono, e insieme con i manager e tecnici della produzione li sperimentarono e proposero di farne il nuovo modello di produzione. Nacquero così le Isole di Montaggio, le UMI (Unità di montaggio Integrate) che divennero un nuovo modo di produzione, che fu partecipato dal sindacato e attivò un imponente programma di formazione degli operai, quadri e dirigenti. L’Olivetti sopravvisse mentre l’Olimpia, il suo competitor più grande, chiuse.
Negli anni ’60, Federico Butera partecipa e vince due concorsi per l’insegnamento di economia e di psicologia nelle scuole superiori ma non farà mai domanda. Inizia nel 1968 a insegnare Metodologia della Ricerca all’Università di Torino. Si specializza nel 1971 in Sociologia alla Harvard University e in Management Sciences alla Sloan School del Massachusetts Institute of Technology. Nel 1973 si dimette dalla Olivetti per una visione degli sviluppi organizzativi diversa da quella dell’Amministratore Delegato, Ottorino Beltrami.
L’esperienza Olivetti aveva un’idea forte applicabile a tutta l’industria italiana che in quel momento non riusciva ad innovarsi ed era afflitta da una conflittualità permanente: ossia una nuova organizzazione del lavoro manifatturiero flessibile e basata sulla professionalità individuale e di gruppo, sviluppata con la partecipazione dei lavoratori e delle loro rappresentanze.
Per sviluppare queste idee e diffonderle attraverso ricerche e progetti di innovazione dell’organizzazione e del lavoro, nel 1974 Federico Butera fonda a Milano l’Istituto di Ricerca Intervento sui Sistemi Organizzativi, di cui è tuttora Presidente: prima Istituto RSO, poi Istituto Irso, infine oggi Fondazione Irso. In oltre 40 anni di attività dell’Irso, accompagna il percorso di abbandono del taylor-fordismo in Italia, animando progetti, conducendo ricerche, pubblicando libri e articoli, insegnando a giovani, quadri e dirigenti delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni.
Dal 1968 in avanti conduce ricerche per l’Unione europea, l’ILO, il CNR e il MURST/ MIUR e altri.
Dal 1970 al 1988 è stato professore a contratto o incaricato presso l’Università di Torino, l’Università della Calabria, il Politecnico di Milano, l’Università della California, Los Angeles, l’Henley Business School e altri.
Nel 1988 vince il concorso come professore ordinario senza essere passato dal ruolo di ricercatore e associato e viene chiamato a ricoprire la prima cattedra di Sociologia dell’organizzazione all’Università La Sapienza di Roma.
Nel 2000 è Visiting Scholar alla Sloan School del Massachusetts Institute of Technology. Dal 2001 al 2012 ricopre come professore ordinario la cattedra di Sociologia dell’organizzazione all’Università di Milano Bicocca e fonda il Corso di Laurea in Scienze dell’Organizzazione.
Nel 2010 Butera riassume concetti, metodi e esperienze condotte in questi anni, pubblicando il suo più celebre volume, breve e in un linguaggio semplice, per i suoi studenti dei primi anni di Università, “Il cambiamento Organizzativo”, che userà anche nei suoi corsi ai magistrati, ai dirigenti regionali, ai dirigenti di azienda.
Nel 2016 viene nominato Professore Emerito dal Ministro dell’Università e Ricerca Scientifica. È stato membro di diversi organismi pubblici: Organismo Indipendente della Corte dei conti, Comitato Scientifico per la Formazione della Regione Lombardia, Comitato Scientifico del Ministero dello sviluppo economico, Comitato per la Valutazione del Dipartimento della funzione pubblica, Comitato di Coordinamento del Programma Innovazione X Imprese di Confindustria, Consulta scientifica dell’AIF.
È stato presidente di Assoconsult, Associazione delle Società di Consulenza Italiane. Ha animato diverse riviste scientifiche: oltre alla direzione di Studi Organizzativi che dirige dal 2000.
Nel 2009 si avviò, insieme a Bruno Dente, un progetto ambizioso commissionato dall’allora Ministro della Pubblica Amministrazione, Luigi Nicolais: una ricerca per la predisposizione di un programma nazionale di riorganizzazione delle Pubbliche amministrazioni centrali, su ispirazione del programma Reinventing Government di Clinton e Gore: un programma centrale che dà luogo o supporta progetti locali di cambiamento.
Una applicazione ad una unica amministrazione di quella idea del “cambiamento promosso dal vertice e realizzato dal basso” fu possibile nell’amministrazione della Giustizia a partire dal 2010. Il Ministro della Giustizia, il Ministro della Pubblica Amministrazione e le Regioni avevano concordato con l’Unione Europea un progetto interregionale denominato “Diffusione di buone pratiche negli Uffici Giudiziari in Italia” finanziato dal Fondo Sociale Europeo.
Al Progetto aderirono 23 Regioni, 190 Uffici Giudiziari e furono attivati 700 cantieri esecutivi. Esso costituì un esperimento di valorizzazione del “margine di manovra” per il miglioramento organizzativo e gestionale alla portata dei poteri gestionali già esistenti del Gruppo Dirigente dei singoli Uffici Giudiziari. Il Progetto di riorganizzazione degli Uffici Giudiziari della Lombardia, denominato “Innovagiustizia”, fu svolto da Fondazione Politecnico, Fondazione Irso e altri. Nell’ambito di tale progetto in particolare la Fondazione Irso seguì il progetto di riorganizzazione del Tribunale e della Procura di Monza, ricevendo quattro premi internazionali come il miglior progetto di riorganizzazione di una Pubblica Amministrazione.
Dal 2015 è Professore Emerito di Sociologia dell’organizzazione e Scienze dell’Organizzazione, essendo stato Ordinario presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e prima all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e dal 1999 è Direttore della rivista “Studi Organizzativi”.
Opere di Federico Butera
I frantumi ricomposti: struttura e ideologia nel declino nel taylorismo in America, 1972;
La divisione del lavoro in fabbrica, 1977;
La ricerca-intervento sull’organizzazione: casi e teoria, 1977;
Lavoro umano e prodotto tecnico: una ricerca alle acciaierie di Terni, 1979;
L’orologio e l’organismo; 1984;
Automation and work design,1984;
Dalle occupazioni industriali alle nuove professioni, 1988;
“Techological development and the improvement of living and working conditions”,1989;
Il castello e la rete,1990;
Il libro verde della Pubblica Istruzione in Italia, 1999;
Il campanile e la rete: e-business e piccole e medie imprese, 2001;
Change Management nelle Pubbliche Amministrazioni: una proposta, 2009;
Il cambiamento organizzativo: analisi e progettazione, 2010;
Valorizzare il lavoro e sviluppare l’impresa. La storia delle “isole” della Olivetti nella rivoluzione dalla meccanica all’elettronica, 2011;
L’Italia che compete. L’Italian way of doing industry, 2011;
Studi Organizzativi, 2, 2016.
- Il carattere esistenziale delle norme - 25 Maggio 2019
- Come R-esistere al degrado ? - 5 Gennaio 2019
- Analisi organizzativa nella Scuola Neoistituzionalista - 10 Ottobre 2018