La dimensione scienza/valori risulta essere operante nel pensiero sociologico di Robert King Merton quanto i suoi interessi metodologici, soprattutto se ispirati all’analisi funzionale, che rappresenta una misura paradigmatica del suo pensiero scientifico. Ci occuperemo brevemente della portata empirica delle spiegazioni funzionali, tenendo fede alle risultanze del funzionalismo teorico, almeno quello compreso nella storia della sociologia scientifica.
Ma va detto subito che parecchi autori moderni tra i contemporanei intendono ‘ufficializzare’ accademicamente la sociologia mertoniana partendo soltanto da questo aspetto, soprattutto nella più diffusa versione manualistica dei loro approcci, anche se va dichiarato che l’indagine ‘di periodo’ tende, invece, a privilegiare comunque un versante di analisi nel dettaglio che riguarda la sociologia della scienza e che si muove in contemporanea all’attivazione di un particolare modo di intendere l’esame implicito del pianeta del funzionalismo.
Il collegamento tra la visione della sociologia della scienza e l’analisi funzionalistica in Robert King Merton va inteso quindi come agente ai fini della determinazione di sviluppi successivi del suo approccio alla sociologia. Ciò significa che la dimensione scienza/valori si mostra come un concetto operativo. Va ricordato dunque che nella prospettiva dell’autore l’analisi funzionale costituisce un vero e proprio principio metodologico, che bisogna legare anche al processo di identificazione di variabili che si rendono coinvolte inizialmente al livello empirico del comportamento. Anzi, si potrà dire, da un certo versante, che sia l’analisi funzionale che il metodo utilizzato coincidono, come vedremo di dimostrare strada facendo.
Un appiglio teorico deriva dal fatto per cui l’analisi delle funzioni origina inizialmente dal confronto con il comportamento umano e sociale nonché dallo studio di forme di apprendimento sociale dalle quali si generano l’azione e le sue più immediate conseguenze. Queste forme intendono comprendere anche delle forme di ‘astrazione’.
Senza questa assunzione risulta più difficile accostarsi alla prima sociologia scientifica di Merton o, quanto meno, non si coglie uno degli aspetti fondamentali: lo studio della componente sociologica al posto di quella cognitiva e l’indagine condotta sui valori umani e, conseguentemente, sui valori sociali. La relazione tra l’ambiente e le risposte del soggetto dipende dal tipo di stimolo (esterno o interno) e dal modo di essere e di comportarsi del soggetto in un momento particolare, dal modo di percepire e di elaborare gli stimoli stessi e dalle circostanze. Lo studio può anche dirigersi verso l’analisi delle relazioni possibili o, meglio, di interrelazioni tra l’ambiente e l’individuo.
Merton tende a sviluppare una analisi del comportamento umano e sociale dopo avere stabilito che le interrelazioni possano esprimere meglio le relazioni esistenti, non a senso unico, ma in senso doppio, laddove queste ultime si situano in un contesto preciso di tipo transazionale, per cui gli stimoli (esterni o interni) possono essere legati alle risposte del soggetto. Queste ultime non esauriscono la loro azione quando sono emesse, ma possono diventare ulteriori stimoli esterni e interni all’origine di una catena di possibili risposte dalle quali derivano gli effetti inattesi o le conseguenze più o meno durature e continue.
In una determinazione ulteriore possiamo anche intendere il comportamento come il risultato di un processo di acquisizione delle informazioni provenienti da altri individui, in rapporto alla serie di interrelazioni la quale offre una particolarietà che arricchisce lo stesso processo di relazione. Infatti, le risposte date dai soggetti non sono solo il risultato dello stimolo dell’ambiente, ma influiscono anche sulla fonte dello stimolo, in modo che le risposte emesse finiscono, infine, per condizionare lo stesso stimolo, nel senso che possono anche cambiarlo e renderlo più adatto alle esigenze e alle capacità del soggetto.
Quando Merton inizia a discutere sulle conseguenze inattese dell’azione sociale, intende studiare anche i processi per cui si può dire che se le risposte sono debitamente elaborate, la fonte stimolante si adatta alle stesse per ottenere un risultato più conforme e funzionale alle proprie attese e desideri. Le risposte emesse dal soggetto rappresentano un nuovo stimolo per la stessa fonte stimolante e il soggetto che risponde. Le risposte influiscono sul processo e condizionano a loro volta la fonte degli stimoli.
Tale meccanismo di “feed-back” è alla base delle relazioni personali e sociali e tende a spiegare anche tante transazioni che avvengono nel soggetto e/o tra i soggetti sia a livello relazionale che sistemico. Questi processi, che avvengono nell’apprendimento sociale, evidenziano l’importanza del soggetto che interviene in tutto il processo; in questa ottica la realtà può essere letta facendo emergere l’importanza dell’individuo rispetto al sistema, la sua rilevanza rispetto agli stimoli e alla situazione ambientale.
In tutto ciò il funzionalismo di Merton intraprende un’altra strada rispetto a quello di autori a lui contemporanei come, ad esempio, Talcott Parsons, il quale nota nella definizione del ‘sistema sociale’ un complesso ben organizzato di insiemi che sono tra loro interdipendenti e che soggiacciono in modo perpetuo nella stessa determinazione dei ruoli ad un meccanismo regolativo dell’ordine rappresentato dalle norme e dal diritto. Anche con l’esame dell’anomia, Merton si inoltra nel territorio degli influssi più o meno presenti del condizionamento ambientale e sociale nonché fa l’esempio di incoerenze strutturali, laddove l’analisi funzionalistica predilige in questo caso delle teorie intermedie (middle range theories) a discapito delle grandi teorizzazioni (big theory). Di fatto, queste conclusioni saranno discusse nella letteratura scientifica della seconda metà del secolo XX in più contesti e con molte approssimazioni, al di là della iniziale rappresentazione dell’analisi funzionale e, fino ai decenni successivi, anche per denotare i limiti della trattazione mertoniana riferendosi a più contesti di sviluppo empirico e relazionale della teoria sociologica.
[amazon_link asins=’8815076549,8815150463,8815076557,8815063323,8891729302,8815071423,8860810752,8815032673′ template=’ProductCarousel’ store=’scienzesociali-21′ marketplace=’IT’ link_id=’d7d5c5f2-2f8f-11e8-acaa-17ef40194b71′]
- Storia della sociologia scientifica – Libro di Guglielmo Rinzivillo - 29 Maggio 2024
- Scienza e valori in Robert King Merton: riflessione - 24 Marzo 2018
- Emile Durkheim e i durkheimiani in Francia - 29 Settembre 2017