Stefano Allievi – Sociologo italiano

Stefano Allievi – Sociologo italiano
Condividi:

Stefano Allievi è nato a Milano nel 1958. È un sociologo italiano, noto per le sue ricerche sulla multiculturalità e sull’integrazione. È professore di sociologia e direttore del master in Religions, Politics and Global Society presso l’Università di Padova. Allievi si occupa di temi di attualità come l’immigrazione e la gestione delle diversità culturali. È anche un commentatore regolare su questioni sociali e politiche in Italia. Inoltre, è un sociologo e scrittore molto attivo sui nuovi media. Ha un sito web, dove pubblica contributi e articoli su temi come l’immigrazione, il pluralismo religioso, la laicità. È possibile trovare suoi articoli e interviste anche su testate online come il Corriere della Sera, La Repubblica, Rai Play Radio e su riviste e quotidiani italiani.

Formazione e carriera

Stefano Allievi si è diplomato nel 1981 all’Istituto per la Formazione al Giornalismo (IFG) di Milano. Nel 1992 si è laureato in Scienze Politiche all’Università degli studi di Milano e nel 1997 ha conseguito il dottorato in Sociologia e Ricerca Sociale all’Università degli studi di Trento.

Dal 1981 ha iniziato a lavorare come giornalista professionista presso il gruppo Rizzoli e successivamente come operatore sociale e sindacale svolgendo le sue prime ricerche e pubblicazioni. Successivamente si è dedicato all’attività accademica, non abbandonando l’impegno editorialista e di commentatore di attualità sociale e politica. Infatti dal 1998 lavora presso l’Università di Padova, prima come ricercatore e oggi come professore ordinario di Sociologia. Dal 2001 al 2007 è stato Segretario della Sezione Sociologia della Religione dell’Associazione Italiana di Sociologia (AIS). Nel 2013 è stato eletto presidente del corso di laurea magistrale in Sociologia. Nel 2014 è stato co-promotore del corso di laurea magistrale interclasse in “Culture, formazione e società globale” e dal 2015 al 2019 è stato il primo presidente di questo corso. Nel 2020 ha progettato un nuovo corso di laurea magistrale in “ Pluralismo culturale, mutamento sociale e migrazioni” , di cui è presidente dal 2021 e all’interno del quale tiene un insegnamento di “Pluralismo sociale e conflitti culturali”. Dal 2015 al 2017 è stato direttore del Master sull’Islam in Europa dell’Università di Padova. Dal 2017 al 2020 è stato direttore del Master internazionale in “Religion, Politics and Citizenship”, in collaborazione con l’Istituto de Investigaciones y Estudios Superiores de Granada, e dal 2019 del nuovo Master in “Studi sull’Islam d’Europa”. Dal 2021 è direttore del Master internazionale in Religions, Politics and Global Society, in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale e l’Universitè Internationale de Rabat. Da gennaio 2016 al 2024 è stato membro del Consiglio per le relazioni con l’Islam italiano presso il Ministero dell’Interno (fino alle dimissioni collettive che hanno portato all’abolizione dell’organismo). Nel 2016/17 è stato membro anche della Commissione di studio sul jihadismo e la prevenzione della radicalizzazione presso la Presidenza del consiglio dei ministri.

È membro fondatore di FIDR (Forum Internazionale Democrazia e Religioni) e parte del comitato scientifico dello Yearbook on the Sociology of Islam, e delle riviste Religioni e Società e Africa e Mediterraneo, oltre che del Festival Vicino/Lontano di Udine.

Cerchiamo Sponsor su Sociologi Famosi .IT

Stefano Allievi, oltre alla passione per la poesia, è autore di oltre un centinaio di pubblicazioni in vari paesi e di numerosi articoli e interviste su dibattiti di attualità. Ha svolto e continua a svolgere una grande attività di divulgazione e di animazione sociale e culturale; ha diretto e partecipato a programmi di ricerca nazionali e internazionali e ha portato in festival e teatri conferenze-spettacolo tratte dai suoi libri.

L’immigrazione

Uno dei più importanti temi di studio e di ricerca di Allievi è quello dell’immigrazione. Ha cominciato a occuparsi di immigrazione alla fine degli anni ‘80 in ambito sindacale e con le prime ricerche per il Censis, il comune di Milano e l’IRER ( l’Istituto regionale di ricerca lombardo). Ha cercato, nel corso degli anni, di studiare le migrazioni da diverse angolazioni concentrandosi su alcuni aspetti importanti come: la complessità del fenomeno migratorio, l’impatto della società ospitante, la percezione e la gestione pubblica delle migrazioni, il ruolo delle religioni nelle migrazioni. Allievi, attraverso le sue ricerche, ha cercato di fornire una comprensione più profonda delle migrazioni evidenziando anche le sfide e le opportunità che esse presentano per le società contemporanee.

Per Allievi le migrazioni rappresentano un elemento ordinario e non un fatto straordinario, oltre ad essere un fenomeno in crescita. La crescita delle migrazioni è dovuta all’aumento delle ragioni della mobilità soprattutto nei paesi e nelle economie più sviluppate. Il problema principale è che si ha una visione selettiva e limitata delle migrazioni che non permette di cogliere le ragioni e le potenzialità delle migrazioni. Difatti, l’attenzione è spesso concentrata sulle migrazioni in entrata e in particolare ci si sofferma solo su alcune di esse come ad esempio gli sbarchi; non si pensa quasi mai a quelle in uscita che, in diversi paesi europei, sono oggi numericamente superiori. Per Allievi, si dovrebbe iniziare a guardare l’immigrazione da un punto di vista diverso senza soffermarsi solo sugli immigrati che arrivano; bisognerebbe avere una visione più globale e concentrarsi sui molteplici aspetti delle migrazioni. Infatti, egli considera l’immigrazione come un fenomeno sociale complesso, che coinvolge aspetti economici, culturali, politici e sociali.

Le cause dell’immigrazione

Per Stefano Allievi le cause delle migrazioni sono molteplici e complesse poiché derivano dall’intreccio di fattori di spinta o push factors (nei paesi di origine) e fattori di attrazione o push factors (nei paesi di destinazione). I fattori di spinta sono le condizioni avverse nei paesi di origine che spingono le persone a partire. Tra questi ci sono sicuramente le disuguaglianze globali (il PIL pro capite dell’Africa sub sahariana è un decimo di quello europeo), la povertà, i conflitti, le persecuzioni (politiche, etniche, religiose), i sistemi antidemocratici, il cambiamento climatico. I fattori di attrazione sono, invece, le prospettive e le opportunità offerte dai paesi di destinazione come ad esempio maggiori opportunità lavorative, salari più alti, una migliore qualità della vita, migliori opportunità di studio, sistemi di welfare percepiti più solidi e molto altro ancora.

Cerchiamo Sponsor su Sociologi Famosi .IT

Quindi, per Allievi non esiste una singola causa, ma una combinazione dinamica di fattori economici, sociali e politici che rendono il fenomeno migratorio un fenomeno strutturale della contemporaneità e non un’emergenza temporanea. Le migrazioni sono spinte da una complessa interazione di condizioni avverse nei luoghi di origine e opportunità, reali o percepite, nei luoghi di destinazione all’interno di un quadro storico di mobilità umana.

Proprio riguardo al concetto di mobilità, Allievi ha ribadito più volte come la mobilità fa parte da sempre della storia dell’umanità e in particolare come la mobilità sia aumentata con la modernità. Una serie di fattori interconnessi e che si influenzano a vicenda hanno creato un contesto globale che favorisce la mobilità. Si tratta di fattori come la globalizzazione, lo sviluppo di tecnologie avanzate, trasporti più efficienti, demografia e crescita della popolazione, cambiamenti ambientali e climatici, conflitti e instabilità politica. L’idea di fondo di Allievi è che l’uomo non è una specie stanziale, ma migratoria.

Sostiene che, volendo fare una proporzione un po’estrema, se la storia dell’umanità si potesse condensare in un solo giorno, scopriremmo che l’uomo ha passato ventitré ore e cinquantaquattro minuti su ventiquattro da nomade. Anche nella fase moderna della storia, l’indole dell’essere umano resta fortemente orientata al movimento. Per Allievi viviamo di movimento, o meglio, di motilità: l’uomo ha non solo la capacità di spostarsi nello spazio, ma anche la necessità di interpretare il cambiamento come parte integrante della vita. La sedentarietà è quindi costantemente interrotta da piccoli e grandi spostamenti quotidiani.

Pertanto, la mobilità è un aspetto fondamentale della storia dell’umanità che ha influenzato la nostra specie e continua a influenzare il nostro presente e il nostro futuro.

Opportunità e sfide delle migrazioni

Per Stefano Allievi, le migrazioni possono rappresentare sia opportunità che sfide per le società ospitanti e per i migranti stessi.

Una delle opportunità delle migrazione è l’incontro tra le culture, che nel corso del tempo produce società plurali e multiculturali. Si tratta di un cambiamento che coinvolge tutti, poiché chi resta fermo finirà per incontrare chi si è spostato e le sue peculiarità. È un processo qualitativo e quantitativo dato che oltre ad aumentare il numero dei migranti, tende a cambiare la natura stessa della società che diventa eterogenea e favorisce un flusso continuo di conoscenze, risorse e tradizioni.

Allievi, evidenzia come l’immigrazione può essere un’opportunità per il sostegno economico e per fronteggiare il problema demografico e dell’invecchiamento della popolazione. I migranti spesso occupano posti di lavoro in settori con carenza di manodopera, andando a compensare quei vuoti e quei settori che gli autoctoni faticano a coprire.

I lavoratori stranieri offrono un contributo significativo al PIL dei paesi ospitanti ( ad esempio quasi il 9% del PIL italiano). Di fronte al problema demografico e dell’invecchiamento della popolazione, ad esempio in Italia ci troviamo dinanzi ad una situazione che persiste da anni e continua a proseguire. In Italia le nascite sono diminuite notevolmente, la popolazione anziana aumenta e in aggiunta è maggiore il numero delle persone che escono rispetto a quello delle persone che arrivano; per di più, ad uscire sono anche gli stranieri che, ottenendo la cittadinanza acquisiscono anche la libera circolazione in Europa e possono andare altrove a cercare opportunità migliori.

Riguardo l’invecchiamento della popolazione, per Allievi, ci troviamo di fronte a una situazione spaventosa: per ogni under 15 ci sono due over 65. È la prima volta che accade una cosa del genere nella storia dell’umanità ed è una prospettiva devastante non solo economicamente ma anche dal punto di vista del tipo di società che si prospetta, poiché ci si ritrova di fronte ad una società che invecchia e non innova. Quindi, l’immigrazione può contrastare attivamente e in modo significativo il calo demografico, specialmente in paesi come l’Italia dove la natalità è bassa e la popolazione invecchia. Difatti i migranti sono spesso giovani adulti in età lavorativa e tendono ad avere più figli rispetto alle popolazioni autoctone.

Inoltre, essendo giovani contribuiscono al sistema pensionistico e sanitario con i loro versamenti, aiutando a sostenere un sistema messo sotto pressione dall’invecchiamento della popolazione locale. Infine, i migranti possono anche portare nuove idee e competenze, contribuendo all’innovazione e all’imprenditorialità. In definitiva, l’immigrazione fronteggia il problema demografico, introducendo un flusso di persone giovani e attive che aiuta a mantenere stabile la popolazione e il sistema economico, compensando il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione.

Per quanto riguarda le sfide, le migrazioni rappresentano una sfida cruciale all’integrazione sociale: i migranti devono adattarsi a un nuovo contesto sociale e a una nuova cultura e la società ospitante deve creare condizioni favorevoli per la convivenza e la partecipazione. Per Allievi il processo di integrazione è come un matrimonio: funziona se entrambe le parti sono d’accordo e ci mettono volontà, risorse e desiderio. Se non sussistono tali presupposti, oppure se questi coinvolgono solo uno dei due è evidente che l’integrazione avrà meno possibilità e probabilità di successo. Il problema è quindi visibile da entrambi i lati.

Chi arriva da un qualsiasi contesto si suppone che l’abbia desiderato ma non è necessariamente così. In alcuni casi i fattori di espulsione hanno una tale forza drammatica da prevalere sui fattori di attrazione; in altri casi può capitare di voler tentare la fortuna in qualsiasi posto purché sia altrove; in altri ancora si vuole cercare di minimizzare i costi già alti dell’emigrazione rimanendo il più possibile uguali a se stessi, cercando di trapiantare nella nuova realtà il proprio mondo culturale di origine e cercando di tramandarlo alle nuove generazioni.

Anche la società di arrivo gioca un ruolo molto importante nel processo di integrazione. Non si può chiedere una piena integrazione se poi non si attivano politiche per raggiungerla, così come non si può pensare di ottenere l’integrazione facendo di tutto per ostacolarla; questo avviene a partire dalla diffusione di un linguaggio sprezzante che la rifiuta per principio, una tendenza fortemente presente nei discorsi veicolati dalla politica e dai media che si concentrano maggiormente su questo tema.

Per Allievi un’altra importante sfida delle migrazioni sono le disuguaglianze. Le migrazioni possono intensificare le disuguaglianze sociali ed economiche, se non sono gestite in modo efficace. Si fa riferimento a disuguaglianze economiche, sociali e culturali: i migranti possono avere accesso limitato ai servizi e alle opportunità economiche; possono essere esclusi dalle reti sociali e dalle istituzioni locali; le migrazioni possono creare disuguaglianze culturali perché i migranti possono avere valori e pratiche culturali diversi dalla società ospitante

Dunque, le conseguenze delle disuguaglianze possono essere l’esclusione sociale dei migranti, poiché esclusi dalle reti sociali, dall’accesso a risorse, opportunità e servizi che sono disponibili per la maggior parte della popolazione. Altre conseguenze delle disuguaglianze possono essere la povertà dovuta all’accesso limitato alle varie opportunità economiche e infine i conflitti tra i migranti e la popolazione locale. I conflitti si verificano perché i migranti possono essere percepiti come una minaccia alla sicurezza e alla stabilità della società ospitante.

Ancora, è possibile affermare come per Allievi le sfide delle migrazioni, possono riguardare aspetti come quello della sicurezza, se non sono gestite in modo efficace e se non si garantisce l’inclusione sociale dei migranti. Le migrazioni possono sollevare problemi di identità, appartenenza e religione perché le società ospitanti devono adattarsi a nuove culture, a nuove presenze e a nuove pratiche religiose. Altra sfida importante è la gestione dei flussi migratori che deve innanzitutto essere condivisa tra i paesi d’origine, i paesi di transito e i paesi di destinazione; inoltre richiede la creazione di meccanismi efficaci per la gestione delle frontiere e la protezione dei diritti dei migranti.

Come fronteggiare l’immigrazione?

Per Stefano Allievi l’approccio alle migrazioni è sempre stato emergenziale e quello che, prima di tutto, bisognerebbe cambiare è proprio questo: occorre un approccio quotidiano che considera le migrazioni come i settori della sanità o dell’istruzione. Le migrazioni dovrebbero essere una delle questioni che ogni paese dovrebbe affrontare, analizzandone costi e benefici, studiando gli effetti delle politiche adottate e migliorandole man mano, innovando negli approcci laddove occorre farlo.

Per Allievi, è importante ragionare su come rendere l’immigrazione utile e conveniente oltre che giusta sia in uscita che in entrata. La sfida, per Allievi, non è fermare l’immigrazione ma governarla in modo razionale, umano e efficace, riconoscendola come parte integrante della mobilità umana globale e della società contemporanea.

La prima cosa importante da fare è non volere l’immigrazione irregolare. Infatti il problema principale non sono gli arrivi (e le partenze) in sé, ma la loro modalità che oggi, nel caso degli arrivi, è quasi sempre irregolare. Quindi è l’irregolarità che va affrontata, rendendosi conto che non è un destino ma il risultato delle nostre scelte legislative di chiusura dei confini. Si avrebbe invece convenienza ad aprire canali regolari di ingresso che potrebbero comprendere criteri di selezione, condizioni e magari quote. Si potrebbero evitare così buona parte degli arrivi irregolari, il traffico illecito di manodopera che arricchisce potenti mafie transnazionali e potrebbero diminuire radicalmente le violenze e le morti legate a questo tipo di viaggio. Tutto questo avrebbe, in aggiunta, il vantaggio di sapere chi viene e in che condizioni.

Altre cose da cambiare, per Allievi, riguardano la legislazione sia europea che nazionale sull’asilo: è fondamentale superare la distinzione tra richiedenti asilo e migranti economici poiché è una distinzione controproducente e priva di senso che costringe molti migranti economici a dichiararsi richiedenti asilo, essendo spesso l’unica via per rimanere in Europa. Propone di ripensare questa categorizzazione e di riconoscere che la motivazione di fondo per tutti è la ricerca di una “seconda possibilità”. Altre proposte, per Allievi, sono quelle di rivedere le modalità dell’accoglienza così come propone di adottare un approccio di welfare universale e non diretto in maniera specifica ai migranti, così da evitare conflitti sociali e percezioni di disparità; in questo modo Allievi suggerisce di aiutare le persone in difficoltà in quanto persone, indipendentemente dalla loro origine.

L’immigrazione, in sostanza, deve essere gestita da una politica migratoria strutturale e non emergenziale che vede l’immigrazione come una risorsa e un fenomeno da governare nell’interesse reciproco, piuttosto che un problema da cui difendersi.

Conclusione

Stefano Allievi è un rinomato sociologo, scrittore e giornalista italiano, professore ordinario di Sociologia presso l’Università di Padova, riconosciuto a livello internazionale come uno dei maggiori esperti in alcuni ambiti: i fenomeni migratori, la sociologia delle religioni e il mutamento culturale e politico. Nello specifico, ha dedicato gran parte della sua ricerca all’analisi delle cause, delle dinamiche e delle conseguenze delle migrazioni umane. Ha studiato a fondo il mutamento culturale e politico legato alle migrazioni e alla globalizzazione, sostenendo che tale mutamento necessita di un approccio nuovo e innovativo che tenga conto delle esigenze e dei diritti di tutti gli attori coinvolti. Si tratta di un approccio che valorizza la diversità culturale e religiosa, garantisce l’inclusione e il dialogo interculturale. Oltre alle migrazioni un altro tema centrale, negli studi e nelle pubblicazioni di Allievi, è quello delle religioni e in particolare lo studio della presenza dell’Islam in Europa e delle dinamiche di interazione e di convivenza tra diverse culture e fedi.

Partecipa a Sociologi Famosi .IT

Stefano Allievi è molto attivo nella divulgazione, partecipando a conferenze e dibattiti pubblici e collaborando come autore e opinionista con vari media. Inoltre è noto per la sua capacità di analizzare dati complessi e sfatare i miti comuni legati all’immigrazione. È considerato un importante pensatore e studioso, le cui idee e contributi continuano a influenzare il dibattito pubblico e accademico.

Valeria Marino
Latest posts by Valeria Marino (see all)
Condividi:
Partecipa a Sociologi Famosi .IT

Written by 

Nata a Napoli nel 1985. Dopo i primi studi sulle materie umanistiche e sociali al liceo socio-psico-pedagogico, consegue nel 2009 una laurea triennale in Sociologia presso la facoltà Federico II di Napoli. Svolge il tirocinio universitario presso l'azienda sanitaria locale Napoli 1 somministrando questionari ai pazienti oncologici del P. O. Ascalesi Napoli con successiva analisi statistica dei dati. Nel 2012 consegua la laurea magistrale in Politiche sociali e del territorio. Spesso coinvolta in contesti lavorativi e di volontariato relativi ai bambini e al sociale.