Ognuno di noi, in cuor suo, si sente padrone di se stesso. Nel pensare, ci poniamo come individui giudicanti la società. Il nostro ego, è fieramente determinante del suo pensare, per noi stessi. Mai ci porremmo in mente che siamo programmati. Si, programmati dalla società in cui viviamo, come delle macchine. Anche i nostri sentimenti, è previsto che si accendano in base a determinati stimoli, per un certo tempo, in una certa maniera. Basti pensare ai fattori di socializzazione: la scuola, la famiglia, sono variabili determinate dalla società che li plasma. Esse per prime ci spingono ad essere in una modo che è figlio del loro essere. Il discorso continua con i mass-media, con le istituzioni le cui leggi, i cui Leggi di Più
Categoria: Articoli di Sociologia
La guerra tra poveri, eterna presenza
Pier Paolo Pasolini, in una famosa poesia del 1968, se la prendeva con chi protestava a Valle Giulia, perché a suo giudizio chi era povero, i veri poveri, erano i celerini, i poliziotti vittime degli scontri, e non i figli dei borghesi, loro cresciuti senza le preoccupazioni di dover mangiare con il proprio lavoro, pur avendo ragione nel protestare. Oggi, con un carabiniere ferito in prognosi riservata, che lotta per la vita per il colpo ricevuto da Luigi Preiti, un solitario disperato della vita, che voleva colpire a morte i massimi esponenti del governo a Palazzo Chigi, mi sento di dire: rassegniamoci. Rassegniamoci, perché in tempo di crisi saranno sempre gli innocenti, i più deboli, o i non forti, a Leggi di Più
La manipolazione dei media: la lezione attribuita a Chomsky
Analisi: la manipolazione dei media – Il linguista, intellettuale, e soprattutto libero pensatore, il non allineato Noam Chomsky, si è visto attribuire per anni un decalogo, per comprendere come i mezzi di comunicazione di massa manipolano nel tempo i pensieri, e la psiche delle persone. Questo avviene anche nel mondo occidentale, anche nella nostra presunta moderna Italia. Le menti raffinate che detengono il potere di scrivere e veicolare audiovisivi possono controllarci in una serie di modi, tutti riconducibili al decalogo attribuito a Chomsky. In realtà il grande linguista americano non ha elaborato veramente il decalogo, ma anche se alcune parti di esso sono riportabili a lui, la bontà dell’intero discorso è tale da meritare attenzione per comprendere come i media manipolino Leggi di Più
Il sistema occidentale e la comunicazione di massa
Nella fase storica attuale possiamo considerare acquisita la conoscenza sul sistema di produzione economico-culturale occidentale come connubio storicamente egemone, a livello globale, tra deontologie professionali leggere ed deideologizzate, come quella giornalistica, una sinergia di alta tecnologia, che plasma e non soltanto assiste il lavoro umano e i suoi derivati, e un sistema di produzione, a base capitalistica di investimento, con cicli a tempi elevati e serrati di gestione delle risorse produttive umane (lavoro) e materiali (materie prime, patrimonio naturale ed artistico). Al di là delle crisi fortissime che sta attraversando non solo sul piano dell’analisi progettuale storica di lungo termine, escatologica, ma su quello, evidente, della cronaca internazionale quotidiana, questo sistema, a modello capitalistico statunitense, perpetua una incentivazione delle preferenze Leggi di Più
Pasolini e il consumismo – riflessioni attuali
Pier Paolo Pasolini non è stato solo un intellettuale profondo e sensibile, ma è stato un profeta laico: egli ha saputo fondere intuizioni e cultura di rango elevato per mostrarci la vera rivoluzione antropologica, culturale che vi è stata in Italia. Più che il fascismo, poté il consumismo: sono stati lo sviluppo economico rapido pieno di contraddizioni e l’avvento della televisione ad omologare gli italiani verso un edonismo di massa, la ricerca del piacere a tutti i costi, privi di legami con la tradizione e catapultati verso un universo di valori non sentiti e discussi profondamente. Ciò che lega gli italiani oggi, è la ricerca di quei sogni che la pubblicità e le dinamiche mediatiche installano, come software, nelle menti Leggi di Più
Il “dramma dei diritti acquisiti”
«Solo i mediocri sono sempre al loro meglio (Somerset Maugham)» Considerando i secoli di progresso umano che ci separano dalla presunta barbarie del mondo antico, gli uomini si inorgogliscono nel vedere come si siano raggiunti traguardi impensabili per le menti illuminate dei secoli scorsi: la miseria nei paesi occidentali è divenuta un problema di una minoranza, quando lo fu della maggioranza soprattutto nelle epoche di non rare carestie, la cura della persona ha permesso igiene e benessere fisico superiore grazie anche alla medicina veramente scientifica, il progresso tecnico e tecnologico consente ormai di far gravare molti lavori faticosi a macchine e sostituti degli esseri umani robotizzati. A simili conquiste si aggiungono gli enormi sforzi per giungere ad un completamento nel Leggi di Più
Gli italiani e la loro mutazione antropologica: scritti su Pasolini
La mutazione antropologica degli italiani In questo scritto voglio affrontare il concetto presente nel pensiero di Pier Paolo Pasolini, quello della “mutazione antropologica degli italiani”. Lo faccio con l’aiuto di un giovane docente universitario che si è prestato a fornirmi scritti suoi originali sul tema, il prof. Federico Sollazzo: « Tra i testi che costituiscono il pattern dell’argomentazione dell’ultimo Pasolini si devono certamente menzionare, tra gli altri: Studio sulla rivoluzione antropologica in Italia (sul «Corriere della Sera» il 10/06/1974 col titolo redazionale “Gli italiani non sono più quelli”), Il vero fascismo e quindi il vero antifascismo (sul «Corriere della Sera» il 24/06/1974 col titolo redazionale Il Potere senza volto), Ampliamento del “bozzetto” sulla rivoluzione antropologica in Italia (su “Il Mondo” Leggi di Più
Etica e senso di appartenenza
Vediamo l’individuo appartenente ad una organizzazione, ad una azienda, dai partiti alla famiglia, dal servizio segreto alla società per azioni, relativizzare il proprio comportamento eticamente guidato in funzione delle aspettative del proprio gruppo di riferimento. Predicando una morale che sia considerata condivisa nella società, ci aspetteremmo che solo per interesse personale diretto, per pulsioni istintive o per follia, si venga meno alle regole scritte o non scritte. Ma quando l’individuo appartiene, mentalmente, ad un gruppo professionale, politico, sociale, che lo trascende, si trova giocoforza costretto o entusiasta protagonista di una pressione sul suo agire, che gli deriva dal mero essere esposto dalla cultura altra che lo riguarda come parte del tutto. Egli, nato libero di schemi mentali che non siano Leggi di Più