L’uso retorico della cultura e delle informazioni

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Un uso persino cinico, comunque strumentale, delle informazioni, degli ideali, delle nozioni e in definitiva della cultura, è noto fin dall’antichità. Nelle regole della retorica, la prima componente era l’inventio, cioé trovare gli argomenti con cui convincere.

Dopo migliaia d’anni, anche dopo che abbiamo raggiunto alti valori moderni nelle costituzioni e nelle leggi, e ci dichiariamo propensi con i sentimenti, le emozioni e il ragionamento, a seguirli, in realtà nascondiamo, chi più chi meno, la volontà anche in modo inconscio di volere la ragione a scapito di qualsiasi principio.
Per persuadere ed ottenere riconoscimento, stima, obbedienza, la ricerca degli argomenti puo’ raggiungere l’obiettivo di utilizzare qualsiasi informazione per raggiungere lo scopo di vincere nell’argomentare, ottenendo ciò che vi vuole dagli altri: vincere una trattativa, ottenere attenzione, stima, potere di influenzare le azioni altrui, dare una buona impressione di sé.

La realtà, come si evince studiando un manuale di storia del pensiero filosofico, non è assolutamente determinata da pochi assiomi. Altrimenti non avrebbe senso dover studiare così tanti pensatori per raggiungere una giusta conoscenza della filosofia. La vita su questo mondo è cosa troppo complessa per essere riassunta solo da Platone, da Marx o da Hegel.

Allo stesso modo, si possono trovare infiniti argomenti per intervenire con un discorso in proprio favore all’interno di una situazione comunicativa. Se si è poveri si può chiedere aiuto per questo, ma allo stesso tempo si potrà far valere le proprie ragioni di ricco e potente come persona stimatissima. Non c’è limite, e questo già gli antichi oratori romani, come Cicerone, lo sapevano benissimo, alle possibilità del virtuosismo argomentativo. Per molte persone, si deve semplicemente escogitare il sistema per avere ragione e sfruttare questa ragione come un’arma potente per ottenere dei vantaggi.

Sta alla coscienza di ognuno, evitare di dipendere da questo avere ragione con la forza, e tentare di far valere la forza della ragione. Difficilmente però, il machiavellico egoismo innato degli uomini lupi homini potrà essere impedito da idealismo e purezza di sentimenti.

Molto spesso, vince chi convince, non chi merita di veder riconosciute le proprie ragioni. Non sto dicendo che ignoriamo le ragioni altrui, ma anzi, che ci serviamo degli argomenti proponibili in una discussione per respingere le altrui argomentazioni e rafforzare la nostra posizione sulla scacchiera comunicativa interpersonale e di massa. Dobbiamo essere consapevoli che questo uso retorico delle informazioni non avrà mai fine, perché è razionalmente utile agli individui sia animati da buone sia da cattive intenzioni.

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Roberto Di Molfetta
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Roberto Di Molfetta, 1974, nativo di Salerno, da madre romana e padre di Ceccano (Frosinone), ha avuto parecchie città di residenza, ma deve la sua formazione soprattutto al periodo ventennale trascorso nel centro della Capitale. Laureato in Comunicazione alla Sapienza di Roma, si occupa ormai da anni di Web Marketing, ottimizzazione per i motori di ricerca e creazione di siti Web. Dal 2015 ha iniziato a pubblicare libri su vari argomenti: controinformazione, informatica, psicologia, temi politici. Contatti: [email protected] Sito Web: www.robertodimolfetta.it