Bertrand Russell, quando passa ad analizzare il suo pensiero critico della religione, volge la sua attenzione sulla caratteristica che rende possibile essere oggettivi nel pensare ed elaborare una propria posizione su temi così delicati come la propria religione di partenza: essere liberi pensatori.
Per essere liberi pensatori non servono una intelligenza fuori dall’ordinario, né una cultura straordinaria. E’ necessario piuttosto essere in grado di avere un atteggiamento critico sulle cose, sulle proprie stesse visioni del mondo o su quelle trasmessaci dalle istituzioni di socializzazione primaria come la scuola o la famiglia o dalla società intera tramite ad esempio i mass-media.
Questo atteggiamento critico dovrebbe non accontentarsi del pensiero preconfezionato, già pronto per l’uso. Un pensiero pret-a-porter distrugge il libero pensatore così come l’inquinamento danneggia l’ambiente. Piuttosto si dovrebbe ricercare sempre di vedere le cose da un altro punto di vista, non necessariamente controcorrente o particolarmente anticonformista od originale ma che sia il frutto di una nostra rielaborazione propria, autonoma, ragionata e riflessiva, dei dettami sociali e culturali.
Altro elemento che fa di noi un libero pensatore è l’avere il proprio pensiero scevro dalle nostra passioni; solo perché una cosa ci interessa o ci piace di più non vuol dire che sia preferibile o presente in una scala di valori, e nel formulare il nostro giudizio dobbiamo chiederci quanta parte di noi stiamo mettendo nella costruzione della nostra opinione su qualcuno o qualcosa.
Spesso il nostro ragionamento si arena su di un giudizio che diamo riflesso su come il mondo risponde alle nostre pulsioni più profonde, quando quest’ultime non sono di necessità da preferire o da salvaguardare solo come proiezione del nostro egocentrismo.
Esistono vari tipi di intelligenza, secondo gli esperti, e la più importante nella società occidentale, quella più considerata, è quella logico-matematica, spesso l’unica rilevata dai sistemi di misurazione delle capacità intellettive. Normalmente si giudica un libero pensatore come fornito più degli altri di questa intelligenza, facendo collimare capacità logico-deduttive e pensiero originale, non allineato.
Io personalmente penso che è invece anche la forma mentis, la particolare modalità del pensare di ogni libero pensatore, critica ed oggettiva rispetto alle proprie passioni, ad essere protagonista dell’ideazione e spesso della creatività di molti individui seguiti e da seguire, che arrivano a conclusioni sul pensiero precedente o contemporaneo che sono discostanti o lo contrariano del tutto.
Una delle forme di progresso maggiore viene proprio dalla capacità del genere umano non solo di innovare tecnicamente e tecnologicamente, ma anche di rinnovare ed innalzare lo stesso pensiero, portandolo ad un livello di sviluppo più alto perché adeguato ai tempi e alle circostanze storiche.
Perciò è inutile trasmettere nozioni nelle Università o discutere problemi sociali e culturali nei dibattiti mediatici, nelle TV come nei forum Internet, se non si abituerà la gran massa dei cittadini a saper guidare se stessi alla critica spassionata dei dogmi, degli arbitrii, delle usanze e dei costumi della propria società o gruppo sociale di riferimento.
Saper elaborare opinioni oggettive e razionali sul mondo politico, religioso, sulla sessualità, sullo sport, sulla cultura e le arti, sulle leggi della propria nazione, sulle scienze è una sfida che prima ancora di essere democratica, comunque, è di coscienza e di rispetto verso se stessi e verso i propri interlocutori ideali, gli altri.
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